03/09/2011, 00.00
INDIA
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Mons. Henry D’Souza: Madre Teresa è già santa

di Nirmala Carvalho
Il 5 settembre si celebrerà il 14mo anniversario della sua morte. L’arrivo della religiosa a Calcutta; il suo lavoro tra i più poveri dei poveri; l’esorcismo dopo che aveva subito un’operazione al cuore. Un’intervista all’arcivescovo emerito di Calcutta, amico della beata per oltre 35 anni.
Mumbai (AsiaNews) – “Il mondo ha bisogno di compassione e Madre Teresa era il volto della compassione. La sua canonizzazione non è una priorità, lei è già santa. È con Dio”. A due giorni dal 14mo anniversario della morte della religiosa - beatificata nel 2003 da Giovanni Paolo II - l’arcivescovo emerito di Calcutta Henry D’Souza, per oltre 35 anni a fianco della beata e dal 1997 postulatore della sua causa di canonizzazione, racconta alcuni episodi della sua vita insieme a Madre Teresa. La sua capacità di attirare a sé poveri, ricchi, capi di Stato e atei; l’esorcismo a cui venne sottoposta dopo un’operazione al cuore “perché il diavolo è reale e disturba le persone sante quando sono più deboli”; il suo essere stata “madre di tutti”. Mons. D’Souza: “Mi ha insegnato ad accettare i problemi come doni di Dio”. E ricorda di quando la religiosa, già debole sulla sedia a rotelle, “mi prendeva le mani tra le sue e mi diceva ‘tu sei mio figlio’”.

Come ha fatto Madre Teresa a catturare l’attenzione di così tante persone, provenienti da tutti i ceti sociali – poveri, ricchi, capi di Stato, perfino atei? Cosa c’era di così speciale in lei, che nessuno poteva esserle indifferente?

Calcutta era conosciuta come la “città dei palazzi”. L’imponente grattacielo lungo Chowringhee Road era visibile dal fiume. Quando i vaporetti dei tempi britannici gonfiavano l’Hooghly (fiume) fino all’Outram Ghat, la gente si metteva in fila sui ponti per osservare i maestosi edifici che incontravano lo sguardo con il Queen Victoria Memorial, di un bianco abbagliante nella sua bellezza di marmo.

Con tutti i cambiamenti del 1947, dopo la divisione dell’India e del Pakistan, milioni di rifugiati si sono riversati nella città. Madre Teresa è entrata in scena in quel momento. Era nel convento di Entally. Ogni giorno voleva camminare fino alla chiesa di S. Teresa, dove c’era una piccola scuola parrocchiale bengalese. Madre Teresa vedeva la miseria dei rifugiati, mentre andava dal convento alla scuola. Quelle persone sfortunate non avevano un riparo, delle strutture sanitarie, tantomeno cibo. Nel suo cuore, ha sentito la chiamata di Gesù, “Ho sete”. Decise di lasciare le suore di Loreto e di servire la gente nelle strade. Così è iniziato il lavoro di Madre Teresa.

Il suo impegno totale verso i poveri presto ha attirato l’ammirazione delle persone. La povertà di Calcutta era speciale, perché Calcutta è una città accogliente. La gente accettava con facilità lo straniero. Differenze di casta, religione o status non erano importanti. Calcutta era la casa di tutti, anche se l’alloggio poteva essere la strada stessa. Da che era la “città dei palazzi”, Calcutta divenne una “città della gioia”.

Un giorno feci visita a Jyoti Basu insieme a Madre Teresa. Un suo collega si rivolse al chief minister e disse: “Come trovi il tempo di ricevere una persona così santa come Madre Teresa, se sei ateo?”. Jyoti Basu rispose: “Le persone sono il mio Dio. Madre Teresa ama le persone”. Questa è forse la chiave dell’attrazione che Madre Teresa trasudava ovunque andasse. La gente è la presenza di Dio tra di noi. Madre Teresa ha trovato tra i più poveri dei poveri – il nudo, l’affamato, il senzatetto – Gesù.

Lei aveva richiesto che fosse praticato un esorcismo su Madre Teresa. Ci parli delle ragioni e dei risultati, o delle conseguenze, su Madre Teresa. Ha qualche rimorso? Da quanto conosceva Madre Teresa? Lei aveva quasi lo status di semi-dio a Calcutta..

Madre Teresa ed io eravamo in ospedale insieme. La dr.ssa Patricia Abunel era il chirurgo: doveva praticare un’angioplastica a entrambi. Mi ha operato per primo, come mi disse, “per fare esperienza”. Il giorno successivo ha messo lo ‘stent’ a Madre Teresa.

La dottoressa non voleva dimettermi, sebbene in tre giorni io stessi già meglio. Mi ha detto: “C’è qualcosa di strano. Di giorno, Madre Teresa è abbastanza allegra, non ha problemi clinici. Invece di notte è irrequieta e si rigira tutto il tempo”. La dott.ssa Abunel voleva un mio consiglio. Le ho detto che molto spesso le persone sante soffrono di problemi simili, perché il diavolo le preoccupa. Volevo chiedere a p. Strocio sdb di dire la preghiera dell’esorcismo per Madre Teresa. P. Strocio era noto a Madre Teresa ed era confessore delle Missionarie della carità. Lui acconsentì alla mia richiesta e spiegò a Madre Teresa cosa avrebbe fatto. Lei era abbastanza felice di ricevere il rito. Dopo la preghiera, p. Strocio l’ha benedetta e se n’è andato. Madre Teresa sembrava molto contenta della visita. Il giorno dopo la dott.ssa Abunel mi disse: “Madre Teresa ha dormito come un bambino”. Io ho lasciato l’ospedale quel giorno. Non ho rimorsi per aver chiesto a p. Strocio di dire la preghiera dell’esorcismo per Madre Teresa. Santi come don Bosco e il Curato d' Ars sono stati disturbati dal demonio. Il diavolo è reale e ha i suoi trucchi per disturbare le persone sante, in particolare nei momenti di debolezza del corpo.

Ci racconti qualche episodio personale su Madre Teresa, qualcosa che il mondo deve sapere?

Sono stato nominato arcivescovo di Cuttack-Bhubaneswar il 23 febbraio 1974. Avevo perso mia madre l’anno prima. Un giorno dopo l’annuncio, Madre Teresa venne nel mio ufficio. A quel tempo ero vicario generale di Calcutta. Le disse soltanto: “Tu hai perso tua madre. Adesso sei un arcivescovo. Io potrei essere tua madre. Potrei essere lì per la tua ordinazione episcopale”. Risi dicendole: “Tu sei madre di tutto il mondo. Dio sa dove sarai quando la data sarà fissata”. La sua risposta fu “Sarò lì con te”. Infatti, lei era lì, il 5 maggio 1974, nella cattedrale del Santissimo Rosario a Calcutta. Più di questo, era seduta al fianco di mio padre sulla prima panca. Più tardi chiesi: “Chi ha messo Madre Teresa vicino a mio padre?”. Mi risposero che Madre Teresa era spuntata dalla navata laterale con un’altra sorella, aveva fatto spostare un po’ i familiari e si era messa al fianco di mio padre.

Sì, Madre Teresa aveva preso il posto di mia madre. Durante i primi anni del mio ministero episcopale, ho avuto diversi problemi. In un’occasione, li confidai a Madre Teresa, che mi rispose: “Non chiamarli problemi. Sono doni”. Così ho imparato ad accettare i problemi come doni di Dio.

Negli ultimi anni della sua vita, quando ero arcivescovo di Calcutta, facevo visita a Madre Teresa in modo regolare. Quando dovette usare una sedia a rotelle, ogni volta che mi recavo da lei mi prendeva le mani nelle sue, e diceva “ricordati, tu sei mio figlio”.

Ricordo quelle parole in ogni momento. Sono state di grande consolazione, per me, durante la sua cerimonia di beatificazione a Roma. In quanto responsabile del processo di beatificazione, sono stato invitato da p. Brian K. a concelebrare, insieme al Santo Padre e all’arcivescovo Lucas, nonostante mi fossi già ritirato. È stato un piacere speciale per me. Sfortunatamente, il giorno prima della cerimonia ho saputo che non avrei preso posto accanto al papa. Solo l’arcivescovo in carica ha questo privilegio. Ero dispiaciuto, e mi sono seduto insieme agli altri vescovi, fuori dall’area coperta. Quando il Santo Padre ha proclamato Madre Teresa “beata”, l’arazzo con la sua foto è stato svelato. Ho guardato verso l’alto e c’era Madre Teresa che mi sorrideva, dicendomi “non dimenticare. Tu sei mio figlio”. È stata solo la mia immaginazione? Sono sicuro di aver sentito la sua voce e mi ha consolato.

Dato che conosce così bene Madre Teresa, è corretto dire che è stata un’ispirazione per il mondo intero, una madre per tutti?

Mentre rivendico con umiltà di essere un figlio speciale di Madre Teresa, posso convenire con tutto il cuore che Madre Teresa è stata madre del mondo. Credo che il suo tratto dominante fosse la compassione. Compassione è ciò di cui il mondo ha bisogno oggi. L’individualismo e i propri bisogni sono dominanti, ma il mondo necessita di compassione. Madre Teresa era il volto della compassione per il mondo. Non ha fatto distinzioni, né esclusioni. Lei era la madre di tutti. Il suo volto, il suo ministero e la sua intercessione continuano a trasudare di compassione.

Quanto ancora dovremmo aspettare per la canonizzazione di Madre Teresa?

La sua canonizzazione non è una priorità per me. Madre Teresa è una santa. Lei è con Dio. Dispensa le sue benedizioni in ogni momento. Io per primo sono privilegiato per essere un beneficiario del suo amore e della sua protezione.
 
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