09/03/2012, 00.00
GIAPPONE
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Mons. Ikenaga: il terremoto di Fukushima “ci ha mostrato l’amore del mondo”

di mons. Leone Jun Ikenaga
A un anno dal disastroso terremoto che ha colpito il Giappone orientale il presidente della Conferenza episcopale nipponica scrive una lettera a tutti i fedeli: “Servono preghiere e volontariato per ricostruire ciò che è stato distrutto. Ma dal male e dal disastro è nata la comprensione e la solidarietà”. Una messa in tutte le chiese e un incontro di preghiera ecumenico per ricordare le vittime.

Tokyo (AsiaNews) - Domenica 11 marzo segna un anno dal Grande terremoto nel Giappone orientale. Questo terremoto è stato il disastro naturale più devastante dai tempi del grande Hanshin-Awaji, che ha colpito il Paese il 17 gennaio 1995, ed ha coinvolto l'intera area orientale della nazione. Per commemorare le vittime e per una ricostruzione il più veloce possibile nelle aree disastrate, chiedo a tutte le chiese cattoliche giapponesi di celebrare delle messe e riunirsi in preghiera nel giorno dell'anniversario.

Quello che è successo l'11 marzo del 2011 non sarà mai dimenticato. Il terremoto, enorme per intensità e lunghissimo per durata, ci ha lasciati senza parole. Subito dopo la prima scossa sono arrivate le notizie di quanto era successo nel Paese; anche chi non è stato colpito in maniera diretta dal terremoto ha subito un fortissimo shock.

In modo particolare siamo rimasti sconvolto dall'orribile tsunami, che ha ucciso quasi 20mila persone e ha causato danni incommensurabili. Come se non bastasse, a questo si è aggiunto l'incidente nella centrale nucleare di Fukushima che ha sconvolto la vita quotidiana di tante persone e li ha fatti vivere con la paura costante delle radiazioni.

Tuttavia, dopo questo terremoto abbiamo potuto riscoprire quanto sia meraviglioso il sostegno del popolo e della comunità umana. In televisione, subito dopo la notizia del terremoto, abbiamo visto giovani nella vicina Corea che sfilavano con dei cartelli scritti in inglese che recitavano "Amiamo il Giappone. Il Giappone supererà questo dolore". Le donazioni sono iniziate ad arrivare da tutto il mondo. Inoltre, esperti da tutto il mondo hanno offerto un generoso sostegno per mantenere al minimo i danni provocati dal disastro nucleare.

Dal punto di vista nazionale, persone da tutto il Giappone si sono spostate nelle aree colpite e si sono impegnate in attività di volontariato: preparare pasti caldi, rimuovere macerie ma anche parlare con le persone colpite dal disastro. Davanti a realtà tanto crudeli e incomprensibili, siamo rimasti molto colpiti e incoraggiati da così tante persone, giapponesi e non, che hanno fatto ogni sforzo per aiutare le vittime. Indimenticabile il discorso del re del Bhutan alla Dieta, così come l'incoraggiamento caloroso e il sostegno inviato da tutto il Paese alle zone colpite.

Tra l'altro, nel giorno stesso del Grande terremoto abbiamo visto tante storie toccanti di coloro che hanno salvato la vita degli altri a costo della propria, storie che potrebbero aver ispirato tutto il sostegno ricevuto in seguito. Voglio ricordare come esempio il proprietario di un'azienda che ha cercato di salvare tutti i suoi giovani impiegati cinesi - che stavano ricevendo il loro apprendistato - facendoli spostare su una collina vicina. Lui non è scappato per salvarli, è stato colpito dallo tsunami ed è morto.

Nel frattempo, l'operatrice di una stazione televisiva municipale è rimasta nel suo ufficio continuando con un microfono a trasmettere l'allarme evacuazione. Ha lavorato in maniera disperata per salvare tante più vite possibile e, per questo impegno, è rimasta anche lei uccisa dallo tsunami.

E' passato un anno dal terremoto, dallo tsunami e dall'incidente alla centrale nucleare: una sequenza che ci ha portato in una situazione di dolore enorme. Come cattolici, preghiamo affinché le vittime possano godere dell'eterno riposo nelle mani di Dio e perché le aree colpite dal disastro possano essere ricostruite il prima possibile, in modo che le persone che le abitano possano ricostruire anche le loro vite.

Per ricordare il primo anniversario del Grande terremoto nel Giappone orientale, noi vescovi giapponesi celebreremo messa in tutte le diocesi, per commemorare le vittime e pregare per la ricostruzione. Inoltre, è previsto un incontro di preghiera con i membri delle altre denominazioni cristiane. Spero che a queste messe e a questi incontri venga quanta più gente possibile, in modo da unire la nazione nella preghiera. Ovviamente è importante celebrare queste preghiere "ufficiali", ma voglio incoraggiare i fedeli a continuare a pregare anche nel privato.

La Chiesa cattolica giapponese ha ricevuto delle offerte per aiutare le vittime, sia dai fedeli nipponici che dalle chiese di varie nazioni. Con questi fondi, le attività di volontariato organizzate dalla diocesi di Sendai e dalla Caritas giapponese vanno avanti, grazie anche all'impegno di chi non è cattolico. Vanno avanti anche gli sforzi degli istituti religiosi, maschili e femminili, e delle tre province ecclesiastiche della zona.

Le attività dei singoli volontari, che vengono da tutte le diocesi del Paese, vengono pian piano coordinate con le altre. Questo impegno andrà avanti per molti anni ancora. Quindi, abbiamo di continuo bisogno di volontari e di impegno. Io chiedo a tutti voi di continuare a sostenere la ricostruzione come potete, con la preghiera e con l'azione, oggi e in futuro.  

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