01/10/2004, 00.00
RUSSIA
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Mons. Kondrusiewicz chiede l'allargamento del Consiglio interreligioso

Putin e Alessio II: il paese unito contro il terrorismo, rafforzando l'accordo etnico

Mosca (AsiaNews) –  Allargare la composizione del Consiglio interreligioso di Russia, invitando nuovi membri: questa la proposta che mons. Tadeus Kondrusiewicz, presidente della Conferenza dei vescovi cattolici in Russia ha avanzato nel corso della sessione del Consiglio presidenziale per la cooperazione con le organizzazioni religiose della Federazione russa, tenutasi al Cremlino il 29 settembre, presieduta per più di due ore dallo stesso presidente Putin.

Mons. Kondrusiewicz ha detto che per rendere più fruttuoso il dialogo è necessario invitare in questo significativo organismo, rappresentanti di altre religioni. Al momento ci sono solo ortodossi, musulmani, buddisti ed ebrei. Cattolici e protestanti non fanno parte del Consiglio interreligioso dal momento della sua costituzione, nel 1988. Il vescovo cattolico ha poi affrontato il problema dell'interpretazione del concetto di "religioni tradizionali", utilizzato in Russia per dare diritti diversi alle religioni, per affermare che la discriminazione non promuove il consolidamento della società. "La Chiesa cattolica in Russia – ha detto – è piccola, ma ha sempre dato il suo contributo per l'integrazione della società. Noi – ha aggiunto – preghiamo per le vittime di atti di terrorismo e le aiutiamo". Parlando poi delle aspirazioni della Chiesa cattolica alla partecipazione sociale ed al dialogo, mons. Kondrusiewicz ha lamentato che in alcuni luoghi le iniziative e le attività dei cattolici incontrano travisamenti e aggressioni.

Mons. Kondrusiewicz ha ringraziato Putin per l'organizzazione dell'incontro, che non ha avuto luogo negli ultimi 3 anni, contrariamente a quanto dice il suo statuto, secondo il quale il Consiglio dovrebbe riunirsi almeno due volte l'anno.

Argomento centrale dell'incontro è stato il terrorismo ed in particolare Beslan. Putin ha affermato che la crescita del terrorismo non può motivare pregiudizi contro persone di altre religioni e nazionalità. "Naturalmente – sono le sue parole - è inaccettabile seguire l'indirizzo criminale di spingere l'odio verso i terroristi contro un popolo di diversa religione o nazionalità. In un Paese multinazionale è distruttivo". "Ci sono in Russia, con una lunga esperienza di coesistenza pacifica, numerosi popoli e religioni e la lotta contro questa minaccia è in senso pieno la lotta per l'unità del nostro Paese". "Voi capite bene – ha detto ancora Putin – che, in un Paese come la Russia, mantenere un aperto dialogo interconfessionale comporta il rafforzamento dell'accordo etnico". Riferendosi poi al tema dell'incontro, che riguardava la partecipazione delle organizzazioni religiose al consolidamento della società civile, il presidente ha detto che esso "riguarda la  soluzione di una delle maggiori sfide di fronte a noi: l'opposizione al terrorismo ed all'estremismo in tutte le loro manifestazioni. Le loro speculazioni sono basate su distorte tradizioni popolari culturali e spirituali ed anche sull'ignoranza religiosa'', ha aggiunto, ricordando di aver affrontato varie volte questo tema in occasione di incontri personali con componenti del Consiglio. "I terroristi coprono cinicamente con slogan religiosi i loro comportamenti violenti e crudeli".

In definitiva, a giudizio di  Putin, "oggi è estremamente importante continuare a sviluppare la cooperazione tra le associazioni religiose e lo Stato nell'interesse di raggiungere gli obiettivi nazionali. Naturalmente non ci vorrà un giorno o due. Bisognerà prendere tempo e servirà un grande comune sforzo".

Anche il patriarca di Russia, Alessio II, ha cominciato affrontando il tema della cooperazione delle organizzazioni religiose, dello Stato e della società contro il terrorismo. "Abbiamo bisogno di una genuina collaborazione", ha detto, aggiungendo di essere "lieto che questa collaborazione sta diventando più attiva e sostanziale".

Ricordando che Stato e confessioni religiose sono separati, questo, ha affermato, "non deve indicare un muro. Noi abbiamo numerosi pubblici obiettivi: mantenere il dialogo fra le religioni, promuovere la pace, la tolleranza e il rispetto. Dobbiamo mostrare ad amici e nemici che la Russia non può essere intimidita, che è pronta a difendere i suoi valori, la sua originalità e libertà spirituale". "Oggi la Russia sta andando incontro alla nuova esplosione di terrorismo con dolore e coraggio. Crimini mostruosi mirano a sopprimere la volontà ed a minare l'unità del Paese. Noi dobbiamo fronteggiare anche il reale pericolo di una discordia interreligiosa". I terroristi, nelle sue parole, hanno obiettivi terreni, ma li mascherano con fraseologie religiose. A seguire i terroristi così sono sempre persone in buona fede, ma persone non religiosamente educate.

Il Consiglio presidenziale per la cooperazione tra le organizzazioni religiose, nella dichiarazione finale ha detto che la lotta contro il terrorismo deve essere strettamente basata sulla Costituzione e la legge. "I nostri nemici vogliono gettare la Russia nel caos e nell'illegalità. La storia, ed anche la nostra storia, dimostra che quando, nel calore della battaglia, la legge e l'umanità sono dimenticate, segue una più terribile tragedia. Questi errori non possono essere ripetuti". Nei nostri decenni passati, il terrorismo ha assunto una prospettiva globale. La sua rete copre tutto il mondo, i suoi fili toccano ognuno e tutti i Paesi. Il mondo civilizzato deve unire i suoi sforzi contro questa orribile catena. Le doppie bandiere sono qui fuori posto". "Per opporsi davvero al terrorismo – prosegue la dichiarazione – gli Stati e la società civile debbono unire i loro sforzi, insieme con organizzazioni religiose, associazioni pubbliche, partiti politici e tutti i cittadini".

Il documento, infine, appoggia l'azione delle autorità per assicurare la sicurezza dei cittadini e approva l'idea di un pubblico dibattito parlamentare per tenere informata l'opinione pubblica, fatto essenziale quando di discutono problemi fondamentali per il Paese.

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