09/06/2011, 00.00
LIBIA
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Mons. Martinelli: Non nascondo Gheddafi in chiesa. Tentate la via diplomatica

Ad Abu Dhabi il gruppo di contatto per la Libia sta discutendo il futuro per la Libia del dopo rais. Per il vicario apostolico di Tripoli la chiusura dell’Occidente verso la controparte libica rischia di protrarre la guerra ben oltre i tre mesi previsti dalla Nato.

Tripoli (AsiaNews) – Mons. Giovanni Martinelli, Vicario apostolico di Tripoli, si dice rattristato e preoccupato per i toni con cui i media stanno dando risalto alla guerra contro Gheddafi. Riferendosi alla stampa italiana, il prelato smentisce le notizia apparsa su alcuni giornali che lo accusano di nascondere il rais nei locali del vicariato. “Queste persone – afferma - non hanno rispetto nemmeno per un luogo di culto come la nostra chiesa”.

Intanto, è in corso ad Abu Dhabi la terza riunione del Gruppo di contatto per la Libia. Ad essa partecipano i ministri degli Esteri di Italia, Gran Bretagna, Francia, il segretario di Stato americano Hilary Clinton e i rappresentanti della Lega araba. Scopo della riunione discutere i meccanismi di finanziamento al Consiglio Nazionale Transitorio dei ribelli libici (Cnt), ma anche il futuro della Libia del dopo Gheddafi, che tuttavia non accenna a fare passi indietro.  

Mons. Martinelli afferma: “Più volte ho ribadito la necessità di un approccio diplomatico per porre fine a questa guerra, ma nessuno vuole tentare e anche i vari diplomatici venuti a Tripoli non hanno risolto nulla o non sono stati ascoltati. L’Occidente preferisce colpire con le armi”.

Il vescovo spiega che un approccio del genere rischia di protrarre la guerra ben oltre i tre mesi previsti dalla Nato, con gravi conseguenze per la popolazione, che continua ad essere vittima dei bombardamenti.

In questi giorni i raid Nato hanno scaricato su Tripoli oltre 80 ordigni fra bombe e missili. Secondo la stampa libica ci sono stati circa 70 feriti, ma nessuno può verificare.“Oggi la situazione si è calmata – racconta mons. Martinelli - ma il 6 giugno i bombardamenti sono stati molto forti. Le bombe sono cadute per 24 ore su tutta la città e sul bunker di Gheddafi.  Non ci hanno dato tregua, sembrava che il mondo stesse per crollare”. (S.C.)
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