02/08/2004, 00.00
iraq
Invia ad un amico

Mons. Rabban: "È terrorismo straniero contro i cristiani e contro il nuovo Iraq"

di Lorenzo Fazzini

Un appello ai cristiani e alle chiese d'Europa. Al Sistani condanna gli attentati.

Roma (AsiaNews) – "Questi attentati sono atti contro l'umanità e contro i principi umani e religiosi. Noi cristiani vogliamo un Iraq in pace, che vive nella fratellanza: questi terroristi invece non vogliono niente di questo. Ma l'integrismo terrorista non fermerà la nascita del nuovo Iraq". Sono le parole di mons. Rabban al Qas, vescovo di Amadiya (nord del Paese), che commenta ad AsiaNews i 5 attentati contro chiese cristiane in Iraq, che hanno causato ieri 11 morti e decine di feriti. Il vescovo caldeo fa appello all'Europa ("Ma non agli Stati - sottolinea: stanno facendo di tutto per cancellare la loro identità cristiana"), ma ai cristiani e alle chiese d'Europa: "Dovete aiutare i cristiani iracheni e fare in modo che restino in Iraq, per il bene del loro Paese".

Proprio in contemporanea con mons. Rabban, l'ayatollah al-Sistani, capo spirituale degli sciiti iracheni, ha condannato gli attentati contro le chiese cristiane affermando che essi "colpiscono l'unità, la stabilità e l'indipendenza dell'Iraq". "Denunciamo questi crimini orribili" ha proseguito al-Sistani "e riteniamo necessaria la collaborazione di tutti – governo e popolazione – per mettere fine alle aggressioni contro gli iracheni". Al-Sistani ha rimarcato inoltre il diritto dei cristiani iracheni a vivere in Iraq come cittadini con pieni diritti: "Sottolineiamo l'importanza di rispettare i diritti degli cristiani che vivono in Iraq e quelli delle altre minoranze religiose. Riaffermiamo i loro diritti ad abitare nella loro patria, l'Iraq, in sicurezza e in pace" ha concluso l'ayatollah al-Sistani.

Con mons. Rabban abbiamo analizzato gli sviluppi e le reazioni agli attentati di ieri.

Eccellenza, il governo iracheno ha indicato in Al Zarkawi – capo di Al Qaeda in Iraq – il responsabile degli attentati di ieri. Cosa ne pensa?

Gli iracheni non avrebbero mai compiuto qualcosa di simile. Il popolo iracheno è favorevole alla convivenza fra persone di diverse culture, religioni e lingue. Cristiani e musulmani lavorano insieme negli stessi uffici, senza discriminazioni né odi. Per questo sono certo che questi attentati sono opera dell'integrismo musulmano che è stato importato in Iraq e vuole distruggere questa convivenza. Lo ripeto: questi attentati non sono opera di persone irachene. È chiaro che si tratta di Al Qaeda.

Come hanno reagito gli iracheni musulmani agli attentati anticristiani?

Appena si è avuta la notizia degli attentati mi ha telefonato un generale dell'esercito iracheno a Baghdad: è musulmano e mio amico. Mi ha detto testualmente: "Siamo tutti al vostro fianco, lavoriamo insieme per il nuovo Iraq". Mi ha raccontato che gli iracheni, anche i musulmani, sono rimasti impressionati da questi attentati e hanno manifestato simpatia e solidarietà ai cristiani. In questi attentati non sono stati colpiti militari ma civili inermi, persone che uscivano dai luoghi di culto: questo fatto ha impressionato tutti gli iracheni. Molti musulmani hanno aiutato i feriti degli attentati alle chiese e hanno portato via i morti, hanno parlato alla radio e alla televisione per esprimere la loro solidarietà ai cristiani.

Questa ondata di violenza anticristiana può spingere i cristiani ad abbandonare l'Iraq?

Anzitutto bisogna dire che già durante il periodo di Saddam Hussein l'integrismo musulmano spingeva i cristiani ad emigrare: solo dalla mia diocesi in pochi anni sono partiti 15 mila cristiani per l'estero. Noi cristiani dobbiamo perseverare e avere il coraggio di restare in Iraq per la democrazia e il futuro del nostro Paese. Ma anche le chiese e i cristiani d'Europa devono aiutarci perché il nostro compito è restare in Iraq per ricostruire la nostra nazione.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Patriarca Caldeo: "Macerie e distruzioni ovunque, ma non ci abbattiamo"
02/08/2004
Rami, profugo a Erbil: "Non possiamo fuggire, il futuro dei cristiani è in Iraq"
09/01/2015
Papa: "Solidarietà ai cattolici iracheni"
02/08/2004
Vescovo di Baghdad: "Condivido il vostro dolore, ma restate fermi contro il terrorismo"
09/09/2004
Dinamite contro due chiese a Mosul
07/12/2004


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”