26/10/2018, 11.48
INDONESIA-VATICANO
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Mons. Riana Prapdi: Radicalismo e lavoro, le sfide per i giovani indonesiani

di Paolo Fossati

Secondo i dati del governo, al momento i ragazzi e le ragazze in età compresa tra i 15 ed i 29 anni sono oltre 62 milioni. Su circa sette milioni di cattolici, due sono giovani. Il vescovo di Ketapang: “Ci rendiamo conto che sono un ‘piccolo gregge’, ma sono i missionari del mondo di oggi”. Formazione, leadership, ambiente e dialogo interreligioso sono al centro delle iniziative della Chiesa indonesiana.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Educazione, lavoro, lotta all’intolleranza e tutela ambientale sono le principali sfide che attendono i giovani indonesiani nel prossimo futuro. Lo dichiara ad AsiaNews mons. Pius Riana Prapdi (foto), vescovo di Ketapang (provincia di West Kalimantan) e presidente della Commissione per i giovani (KomKep) della Conferenza episcopale indonesiana (Kwi). Mons. Riana Prapdi è uno dei due padri sinodali eletti dalla Kwi in occasione del Sinodo sui giovani, che si chiuderà fra due giorni. L’altro è mons. Adrianus Sunarko, vescovo di Pangkal-Pinang (Bangka-Belitung).

L'Indonesia, il quarto Paese più popoloso al mondo con circa 260 milioni di abitanti, sta attraversando una fase di transizione demografica. Nei prossimi anni, il segmento più giovane della popolazione indonesiana continuerà a crescere, anche se in modo più lento rispetto agli anziani. Secondo i dati del governo, al momento i ragazzi e le ragazze in età compresa tra i 15 ed i 29 anni sono oltre 62 milioni.

“Siamo grati per così tanti giovani – afferma mons. Riana Prapdi – Tuttavia, il Paese è chiamato a fornire loro un’educazione adeguata, che abbia una qualità uniforme sia nelle regioni più sviluppate, come Java e Sumatra, che in quelle meno floride, come Papua ed il Kalimantan”. Una forza lavoro giovane e in crescita avrà bisogno di posti di lavoro di qualità, rendendo cruciale il campo della formazione professionale. “Sarebbe un disastro se i ragazzi non fossero qualificati ed avessero una mentalità debole”, sottolinea il vescovo.

Sui giovani indonesiani incombe anche la minaccia delle spinte islamiste, nel Paese islamico più popoloso al mondo. Il presule afferma che “le relazioni tra le diverse comunità sono buone”, ma evidenzia la necessità di “riconoscere che nella società operano gruppi radicali, che promuovono l’intolleranza ed esercitano sui ragazzi una notevole forza attrattiva”. Infine, lo sviluppo economico non può prescindere dalla salvaguardia dell’ambiente. Mons. Riana Prapdi invoca un “serio impegno in favore della natura”, attraverso la promozione di programmi ed iniziative che contrastino le derive consumiste ed i problemi da esse causati: le monocolture, l’uso eccessivo di plastica e carta, la deforestazione.

In Indonesia, su circa sette milioni di cattolici, due sono giovani. “Ci rendiamo conto che sono un ‘piccolo gregge’ – dichiara il vescovo di Ketapang – ma possiamo affrontare le sfide sapendo che essi sono i missionari del mondo di oggi”. In diverse delle 37 diocesi del Paese e anche a livello nazionale, la Chiesa offre a ragazzi e ragazze diversi programmi, volti alla formazione d’impresa, alla leadership, alla tutela ambientale ed al dialogo interreligioso. “In questo modo, essi partecipano alla costruzione della Chiesa e della società”, afferma mons. Riana Prapdi.

Grazie a lui e a mons. Adrianus Sunarko, l’impegno della Chiesa indonesiana in favore dei giovani ha trovato espressione anche nel Sinodo, che papa Francesco ha voluto dedicare loro. “Questo evento – dichiara il vescovo – consentirà alle gerarchie ecclesiastiche di essere più presenti nella vita delle nuove generazioni. Questo sarà possibile attraverso una maggiore comprensione, un ascolto più profondo, ed una comunicazione più efficace”.

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