11/04/2006, 00.00
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Mons. Sabbah, israeliani e palestinesi smettete di odiare

Il messaggio di Pasqua del patriarca latino di Gerusalemme chiede ai governanti dei due popoli di "trasformare in termini di vita e di pace i rapporti tra i due popoli in questa terra santa".

Gerusalemme (AsiaNews) - E' un forte richiamo a "smettere di odiare" ed a credere nella forza dell'amore, rivolto ad ebrei e palestinesi e soprattutto ai loro governanti, il messaggio di Pasqua di mons. Michel Sabbah patriarca latino di Gerusalemme, reso noto oggi. "Voi che uccidete – vi si legge - smettete di uccidere, voi che odiate smettete di odiare. Voi che occupate la terra, ridatela ai proprietari. L'amore e la fiducia sono più efficaci per riacquistare la libertà perduta, la sicurezza persa e l'indipendenza desiderata. Certo, questo linguaggio è estraneo a tutti coloro che nelle loro mani detengono il potere. Ma pure a voi, governanti, diciamo: Voi che non credete a questo linguaggio, anche voi siete capaci di amare, di vivere e di trasformare in termini di vita e di pace i rapporti tra i due popoli in questa terra santa".

Con la Pasqua, scrive mons. Sabbah, "Gesù ha fatto di noi una creatura nuova e un Uomo Nuovo 'nella giustizia,nella santità e nella verità' (Ef 4,23-24): Ci ha colmati del suo Spirito e il frutto dello Spirito, ci dice san Paolo, 'è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé' (Gal 5 22 )".

Ma "nella nostra vita di ogni giorno, può sembrarci che la vita dello Spirito, che genera l'amore, la gioia e la pace, sia un progetto impossibile, soprattutto nella nostra Terra Santa, in balìa da anni e anni ormai all'odio, al rifiuto reciproco e alla morte. E l'operato dei capi come la vita degli individui e dei gruppi non fanno che svilupparsi secondo questa logica. Occorre uccidere per sopravvivere. Occorre uccidere perché si è ucciso. Occorre odiare perché si ha paura o perché si è oppressi. Ecco i criteri di governo e di vita in una terra santa, una terra di Resurrezione, una terra nella quale Dio ha parlato e nella quale le tre religioni dicono di credere in Dio e di essere in ascolto della sua parola".

Il messaggio sottolinea che, malgrado sia questa la realtà nella quale vivono israeliani e palestinesi, "la terra ove Dio ha parlato" può restare "terra della Parola di Dio, e non soltanto la terra della parola degli uomini che sostituisce quella di Dio con atteggiamenti di morte e di odio. Bisogna credere nella nostra capacità di amare, noi tutti, israeliani e palestinesi. Noi siamo capaci di amare e di far giustizia per noi stessi e per gli altri. Bisogna ripartire da nuovi principi, da una nuova visione della vita in questa terra Santa. Noi siamo capaci di liberarci dalla morte che finora ci è stata imposta. Noi, israeliani e palestinesi, siamo capaci di liberarci dalla paura nata nella violenza e nel terrorismo, dall'occupazione imposta dalla legge del più forte, e dalla logica della morte e dell'odio".

"A tutti gli abitanti di questa Terra Santa, cristiani, ebrei, musulmani e drusi – termina il messaggio - auguriamo tutte le benedizioni del Signore. A voi ebrei, che in questi giorni celebrate la vostra Pasqua, auguriamo che la festa sia fonte di benedizione, di amore e di giustizia per voi e per tutti gli abitanti della Terra Santa".

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