05/11/2012, 00.00
IRAQ – MEDIO ORIENTE
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Mons. Sako: dal “carisma” dei laici, una nuova presenza cristiana in Medio oriente

di Joseph Mahmoud
Commentando l’Ecclesia in Medio oriente, l’arcivescovo di Kirkuk invoca “verità e carità” nel rapporto coi musulmani e nella professione della fede. Riforma e rinnovamento i due elementi chiave per una nuova evangelizzazione. E l’auspicio di un “vero scambio” fra le Chiese di Oriente e Occidente.

Kirkuk (AsiaNews) - Rafforzare il ruolo dei laici "membri a pieno titolo" della Chiesa e promuovere i valori di "verità e carità", linee guida dei cristiani nel rapporto con i musulmani e nella libera professione della fede in una terra in cui essi restano una minoranza perseguitata. Così mons. Louis Sako arcivescovo di Kirkuk, nel nord dell'Iraq, individua gli elementi più importanti dell'Esortazione apostolica "Ecclesia in Medio Oriente", pubblicata da Benedetto XVI nel suo ultimo viaggio in Libano. Interpellato da L'Oeuvre d'Orient, movimento cattolico francese molto attivo nella regione, il prelato irakeno auspica che l'Esortazione apostolica sia occasione di forte rinnovamento "per noi orientali e per la Chiesa universale".

Nel suo recente viaggio nel Paese dei cedri, a metà settembre, papa Benedetto XVI ha firmato l'Esortazione apostolica post-Sinodale "Ecclesia in Medio oriente", in cui sottolinea la necessità di "unità e testimonianza" dei cristiani nella regione. Il documento segue il lavoro del Sinodo tenuto in Vaticano nell'ottobre 2010 ed è incentrato sulla presenza della minoranza religiosa in un'area teatro di violenze e conflitti decennali, tuttora irrisolti.

Commentando il documento papale, mons. Sako ricorda gli elementi di riforma e rinnovamento: "Un tempo di riforma liturgica - spiega il prelato - un rinnovamento pastorale e spirituale, un rinnovamento delle strutture e della disciplina della formazione, un rinnovamento dell'impegno all'evangelizzazione".

L'arcivescovo di Kirkuk, terra martoriata da un conflitto interconfessionale fra arabi, turcomanni e curdi, auspica anche un "vero dialogo" con le "Chiese sorelle", senza dimenticare "il dialogo con l'islam", imperniato su "verità e carità", mentre sinora si è vista "troppa forma" e poca sostanza. "E questo non è servito - aggiunge - a fare progressi". Mons. Sako lancia un monito alle Chiese orientali, sulle quali il Vaticano II "non ha avuto un grande impatto" e che per questo deve nascere "un vero scambio" fra le Chiese di Oriente e Occidente, perché "l'una impari dall'altra".

Infine un richiamo al valore dei laici quali "veri membri" della Chiesa e i cui "carismi" sono necessari per una sua crescita e uno sviluppo concreto. "È necessario che tutti i membri della famiglia - conclude l'arcivescovo di Kirkuk - partecipino in modo concreto alla vita della comunità" compresi "i giovani, i bambini, le donne e le coppie" sposate. Queste sono "le sfide" di oggi, da comprendere "alla luce del Vangelo".  

 

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