14/02/2005, 00.00
IRAQ
Invia ad un amico

Mons. Sako: la Sharia non sarà legge fondamentale

Il vescovo di Kirkuk parla ad Asia News e spiega: sunniti al governo, perché sciiti e curdi da soli non possono governare.

Kirkuk (AsiaNews) – La partecipazione sunnita al neonato governo iracheno ci sarà e nel Paese non  sarà adottata la Sharia. E' quanto afferma mons. Louis Sako, vescovo di Kirkuk, che ha analizzato per AsiaNews  le prospettive del Paese dopo le elezioni irachene. Anche se l'affluenza alle urne da parte sunnita, a suo parere, è stata scarsa, ci sono comunque candidati eletti per l'etnia, che rappresenta il 20 % della popolazione. Ci sarà la partecipazione al governo, dice Sako, perché gli sciiti e i curdi non possono governare soli; anche se i grandi leader religiosi non si sono schierati riguardo alle elezioni, la popolazione sunnita verrà rappresentata.

Per il vescovo, originario di Mossul, "non ci sarà guerra civile perché non è nella natura irachena". A suo parere, poi, i crimini che sono all'ordine del giorno in Iraq "non hanno matrice politica", e sono commessi da criminali comuni. La scorsa settimana, continua il vescovo, sono stati arrestati 400 criminali a Mossul: in televisione hanno confessato di aver effettuato rapimenti solo per soldi, senza ordini politici. "Si tratta dei criminali liberati da Saddam prima della guerra, reietti che non hanno nulla da perdere e si ributtano sul furto e l'omicidio; non hanno motivazioni né politiche né religiose".

Sulla possibilità di adottare la Sharia all'interno del Paese, Sako non ha dubbi: all'interno della nuova classe dirigente è troppo forte la componente laica e secolare, che assolutamente non accetta la legge religiosa come cardine per il nuovo Iraq.

La democrazia in Iraq, spiega il prelato, è possibile solo "con la coordinazione delle forze, la partecipazione totale di tutti i gruppi all'interno del Paese e la tolleranza religiosa".

I cristiani avranno un ruolo all'interno della leadership irachena: per Sako, hanno sbagliato a candidarsi con 4 liste diverse, dividendo così i voti, ma questo è solo un "errore per chi è ancora inesperto di democrazia". I rappresentanti cristiani che sono stati eletti ai seggi nazionali hanno capito la lezione, e prepareranno un fronte unitario per le prossime urne. (VFP)
TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Leader curdo: "i sunniti fanno già parte della vita politica in Iraq"
14/02/2005
Mossul, dove governa l'alleanza tra baathisti e fondamentalisti
21/01/2005
Elezioni in Iraq: pubblici i risultati finali
13/02/2005
Vescovo di Baghdad: I cristiani affollano le chiese e non lasciano più l'Iraq
03/03/2005
Iraq, le elezioni delle sorprese: seggi pieni, i sunniti al voto anche a Falluja
31/01/2005


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”