14/05/2012, 00.00
LIBIA
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Morti civili in Libia: la Nato accusata di crimini di guerra

Human Rights Watch denuncia la morte di 72 persone innocenti uccise in operazioni Nato contro obiettivi civili e non militari. L'Alleanza Atlantica dice no alle indagini per far luce sull'accaduto. Almeno otto aree colpite dai bombardamenti contro Gheddafi erano semplici complessi residenziali senza segno di attività ostile o militare.

Tripoli (AsiaNews) - La Nato non vuole indagare sui civili uccisi dai bombardamenti durante la guerra in Libia. Secondo i vertici dell'Alleanza Atlantica, i raid aerei hanno colpito solo obiettivi militari e i civili rimasti coinvolti sono solo una pura fatalità e non possono essere materia di indagine. È quanto emerge da un rapporto di Human Rights Watch, che accusa la Nato di crimini di guerra. L'organizzazione segnala la morte di 72 persone, fra cui 24 bambini, uccisi in operazioni contro obiettivi senza alcuna importanza strategico - militare.

Fred Abrahams, consulente speciale di Hrw in Libia e autore del documento, sostiene che "la Nato sta cercando in tutti i modi di minimizzare le morti civili e i feriti causati dai bombardamenti". Secondo la risoluzione Onu 1973 che nel marzo 2011 ha dato il via all'operazione Unified Protector contro il regime di Gheddafi, gli unici obiettivi ammessi erano di tipo militare.

Per evitare di uccidere persone innocenti, i piloti Nato sono obbligati a interrompere la missione in caso di incertezza sulla natura del sito oggetto dell'attacco. La morte dei civili in operazioni contro obiettivi militari è tollerata, non sono previste sanzioni contro i piloti e non vi è l'obbligo di risarcire le famiglie degli uccisi.  Tuttavia, se l'oggetto del bombardamento non presenta chiari segni di attività ostile, la Nato è obbligata a risarcire le famiglie e ad aprire un'indagine per punire i responsabili. 

Dal rapporto di Hrw emerge che almeno otto aree colpite dai bombardamenti dell'Alleanza atlantica erano semplici complessi residenziali senza segno di attività ostile o militare. L'incidente più grave si è verificato nel villaggio di Majer a 160 chilometri da Tripoli l'8 agosto 2011. Qui le bombe Nato hanno ucciso 34 persone e fatto più di 30 feriti. L'unico oggetto di tipo militare trovato fra le macerie è una camicia in dotazione alle forze armate, indumento molto comune fra la popolazione libica durante il regime di Gheddafi. 

A tutt'oggi, i vertici Nato non hanno dato il via ad indagini per fare luce sui civili morti in operazioni sospette. I responsabili delle operazioni militari contro Gheddafi si sono giustificati accusando il Consiglio nazionale di transizione libico di impedire la presenza di detective stranieri sul loro territorio. Tuttavia, secondo fonti del Cnt, nessun funzionario Nato ha fatto una richiesta ufficiale di indagini in Libia.   

 

 

 

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