23/10/2017, 08.27
RUSSIA
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Mosca, la proposta del matrimonio ortodosso di Stato

di Vladimir Rozanskij

Il deputato Vladimir Sysoev tenta di introdurre elementi confessionali nella legislazione. Dubbi da parte del Patriarcato ortodosso. In passato, l’Urss ha considerato la famiglia un relitto da abbandonare. Oggi in Russia i matrimoni religiosi sono il 70% delle unioni. Ma come in passato, sono molto diffusi i divorzi e gli aborti.

Mosca (AsiaNews) - Un deputato della Duma di Stato, Vladimir Sysoev, ha avanzato una proposta di legge per riconoscere la validità civile del matrimonio religioso ortodosso, senza che la Chiesa stessa fosse stata consultata sull’argomento. La sorprendente iniziativa sta mettendo in luce le differenti concezioni circa la laicità dello Stato in Russia, mentre la Chiesa ortodossa appare più decisa nel segnare le differenze rispetto ai politici.

Il rappresentante del Patriarcato di Mosca, Vakhtang Kipshidze, vice-capo del Dipartimento per le relazioni tra la Chiesa e la società, ha dichiarato in proposito al corrispondente di Interfax-Religija che “questa proposta non è stata discussa con la Chiesa ortodossa russa, ed è stata una sorpresa anche per noi”. Egli ha ricordato che la pratica di registrare civilmente i matrimoni religiosi era normale nell’Impero russo prima della rivoluzione sovietica, quando la Chiesa ortodossa era ufficialmente una Chiesa di Stato, come avviene anche in alcuni Stati europei, dove sussiste ancora tale connubio tra Chiesa e Stato.

Oggi, secondo Kipshidze, “il ritorno a tale pratica, nelle condizioni di Stato laico che abbiamo in Russia, potrebbe generare una serie di complicazioni e di confusione nella stessa legislazione civile sulla famiglia. Come minimo, servirebbe tutta una serie di precisazioni”. Secondo il rappresentante del Patriarcato, i diritti e i doveri dei coniugi davanti alla legge verrebbero a complicarsi ulteriormente, in presenza o in assenza del matrimonio sacramentale; in effetti, nella proposta di Sysoev verrebbero distinte le condizioni giuridiche del matrimonio ortodosso da quelle degli altri tipi di unione coniugale.

Da un lato, appare evidente la volontà di alcuni politici di introdurre elementi confessionali nella vita della società russa; dall’altro la Chiesa mostra prudenza, per evitare di essere troppo identificata con la politica e le sue tendenze nazionaliste più radicali. Negli appelli del patriarca Kirill si ribadisce spesso la necessità di difendere i valori della famiglia e della difesa della vita, anche in forte polemica con le tendenze contemporanee alla libertà di convivenza senza limiti di tempi o di genere, ma egli non ha mai suggerito la necessità di stravolgere l’attuale legislazione.

Negli ultimi 20 anni la pratica matrimoniale in Russia si è trasformata andando verso una maggiore sintonia con la dottrina della Chiesa, anche se con percentuali piuttosto contraddittorie. Agli inizi degli anni 2000, i matrimoni in chiesa erano una minoranza; ora la loro celebrazione sfiora il 70% delle unioni. D’altra parte, la percentuale dei divorzi rimane molto alta, poco sotto il 60%. In Europa, nonostante le forti tendenze secolariste, i divorzi non raggiungono la metà dei matrimoni, mentre in Italia, ad esempio, sono poco sopra il 30%. Anche le statistiche riguardanti gli aborti in Russia sono ancora impressionanti, superando il milione d’interruzioni di gravidanze l’anno.

Del resto, le libertà di divorzio e aborto sono state tra le prime misure del governo rivoluzionario sovietico, anticipando di vari decenni le leggi europee e mondiali. L’Unione Sovietica ha lasciato un’eredità molto difficile da superare, quando lo Stato ha considerato la famiglia un relitto del passato, per affidare alla tutela pubblica le relazioni tra le persone. La tendenza contemporanea tende a vedere tali questioni come attinenti alla sfera della libertà individuale, e riaffermare l’autorità statale, sia pure in senso opposto al passato, appare piuttosto improbabile.

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