27/05/2008, 00.00
RUSSIA
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Mosca, il no a nuovi inceneritori in quartieri densamente popolati

Il comune dà il via libera ad un piano per costruire altri sei inceneritori oltre ai quattro già operativi, tutti a pochi metri da quartieri densamente popolati. Gli ambientalisti: Mosca è tra le città più inquinate e la capitale con più inceneritori al mondo, puntare sul riciclo. Ma tra i cittadini manca ancora una coscienza ecologica.
Mosca (AsiaNews) – È polemica in Russia tra ambientalisti e comune di Mosca a causa di un nuovo piano del municipio sulla gestione dei rifiuti. Questo prevede la costruzione di sei nuovi inceneritori a pochi metri da quartieri densamente popolati e noti per le aree verdi. Subito mobilitate le organizzazioni in difesa dell’ambiente, che lanciano una raccolta di firme contro il progetto da inviare al neo presidente della Federazione russa, Dmitry Medvedev. Ma tra i moscoviti sembra ancora sopita una coscienza ecologica e i più si disinteressano del problema.
 
Il mese scorso il sindaco della capitale, Yury Luzhkov, ha firmato un decreto con cui ordina, prima del 2012, la costruzione di sei nuovi inceneritori entro i confini della città. Questi, aggiunti ai quattro già esistenti, bruceranno oltre tre milioni di tonnellate di spazzatura l’anno. Sono distribuiti in quasi tutti i quartieri della città, fatta eccezione per il centro. Il costo del progetto è stimato intorno ai 2,5 miliardi di dollari. Yasenevo, una delle zone più densamente popolata della capitale (174mila abitanti, di cui 44mila sotto i 18 anni), è tra i siti dove sorgeranno i futuri inceneritori. Mosca è tra le città più inquinate al mondo. Produce 5,6milioni di tonnellate di rifiuti urbani l’anno, senza considerare quelli prodotti dalle industrie. Nel 2007, il Mercer Human Resource Consulting ha piazzato Mosca al 14° posto nella lista delle città più sporche.
 
Il municipio e i rappresentanti del settore dell’incenerimento difendono il programma: è l’unico modo per affrontare la rapida crescita del volume dei rifiuti solidi urbani. I critici, invece, evidenziano il pericoloso impatto ambientale e i costi eccessivi di un “sistema obsoleto”. Alexander Shuvalov, vicedirettore di Greenpeace Russia, denuncia che “non ci sono altre capitali al mondo con un numero così elevato di inceneritori”. A Kozhukhovo, periferia est di Mosca, dove è in funzione uno degli inceneritori, gli abitanti lamentano il cattivo odore dell’aria che a volte si tinge di rosa e in molti stanno pensando di vendere casa. Per legge a Kozhukhovo si può edificare anche fino a 500 metri dall’impianto di incenerimento. Greenpeace ha avviato una campagna per raccogliere un milione di firme e sottoporre il problema a Medvedev.
 
Gli attivisti per l’ambiente propongono, come alternativa, un programma che punti al riciclo piuttosto che all’incenerimento. Un inceneritore - fa sapere Lazar Shubov, vice capo del Waste Worker Association, citato dal The Moscow Times – costa circa 350 milioni di dollari contro i 10 milioni di dollari di un impianto per il riciclaggio, che avrebbe anche il vantaggio di ridurre le emissioni tossiche generate dalla presenza, nei rifiuti solidi urbani, di materiali tossici, come batterie e termometri, che sprigionano mercurio e diossina. Ma la separazione dei rifiuti da parte della popolazione, con l’utilizzo di cassonetti differenziati, non è ancora sviluppata in Russia: la maggioranza dei cittadini non se ne preoccupa affatto e questo rappresenta un grande ostacolo all’attuazione delle proposte ambientaliste.
 
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