29/07/2019, 08.02
RUSSIA
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Mosca, la chiesa dei santi Cosma e Damiano, rifugio dei manifestanti dell’opposizione

di Vladimir Rozanskij

Almeno 100 giovani sono sfuggiti alle cariche della polizia. Il luogo sacro è il punto di raduno degli ortodossi più ecumenici e aperturisti. I sacerdoti sono quasi tutti discepoli di padre Aleksandr Men’, “padre spirituale” del dissenso contro il regime sovietico degli anni 60-70. Uno di loro, p. Ioann (al secolo Giovanni Guaita), è un cattolico italiano “convertito” all’ortodossia e diventato sacerdote. Alexei Navalny ricoverato in ospedale per una “grave reazione allergica”.

Mosca (AsiaNews) - Durante le manifestazioni di protesta del 27 luglio, che hanno provocato l’arresto di oltre 1000 persone e diversi atti violenti da parte della polizia, alcuni partecipanti hanno trovato riparo in una chiesa del centro di Mosca, dove sono stati accolti da un sacerdote molto singolare, p. Joann, di origine italiana. Le proteste hanno avuto luogo intorno alla centralissima via Tverskaja, dove ha sede il Comune di Mosca, dalle cui prossime elezioni sono stati esclusi tutti i candidati di opposizione.

Proprio di fronte al palazzo comunale si erge il monumento a Jurij Dolgorukij, mitico principe fondatore di Mosca nel XII secolo, e alle sue spalle è situata la chiesa dei santi Cosma e Damiano, da anni luogo di raduno degli ortodossi più ecumenici e aperturisti. Qui infatti i sacerdoti sono quasi tutti discepoli di padre Aleksandr Men’, “padre spirituale” del dissenso contro il regime sovietico degli anni 60-70. Uno di loro, p. Ioann (al secolo Giovanni Guaita), è addirittura un cattolico italiano “convertito” all’Ortodossia e diventato sacerdote: è stato lui ad accogliere i manifestanti in fuga dalla polizia, e a rivolgere loro un sentito discorso, registrato dai giornalisti di Meduza.

Padre Ioann-Giovanni giunse a Mosca alla fine degli anni ‘80 dalla nativa Sardegna, come membro di un gruppo di missionari Focolarini, e rimase folgorato dal carisma veramente “universale” di padre Men’, tanto da credere che fosse possibile superare lo steccato tra cristiani d’Oriente e d’Occidente, senza attendere tempi escatologici. Slavista sopraffino, p. Giovanni parla russo meglio dei russi stessi, ed è ben capace di toccare il cuore anche di chi, come in questi giorni, si sente tradito dalle guide del popolo russo.

La manifestazione si è incrociata con il sagrato della chiesa di Cosma e Damiano, “che era aperta come sempre”, ha spiegato padre Giovanni. “La teniamo sempre aperta, e facciamo sempre entrare tutti”, cosa che non avviene in tutte le parrocchie ortodosse, spesso piuttosto sospettose verso gli estranei. “Accogliere tutti è nostro dovere, è per questo che siamo una chiesa, non c’è niente di speciale in questo”.

Nel sacro luogo si sono riversate più di 100 persone, in gran parte giovani, inseguiti dalle forze speciali dell’OMON [unità anti-terrorismo della polizia – ndr] con i manganelli e i razzi fumogeni. “Qualcuno è scappato qui dentro per paura, molti cercavano proprio la nostra protezione”, continua il sacerdote italo-russo, “in tanti hanno scavalcato le cancellate laterali, e noi abbiamo accolto tutti con amore, a prescindere dalle idee politiche; abbiamo proposto di pregare per la pace, e tutti hanno partecipato con soddisfazione e interesse”.

A un certo punto la tensione è calata, e molti sono tornati fuori, ma un gruppo si è fermato a continuare la preghiera e il colloquio con padre Ioann. “Per fortuna esiste una gioventù così attiva e sensibile: è un bene quando la gente cerca di difendere i propri diritti”, ha concluso il sacerdote, che ha mostrato davvero il volto materno della Chiesa per il proprio popolo.

Intanto, ed è notizia di ieri sera, uno dei volti più noti dell’opposizione a Putin, Alexei Navalny, che nei giorni scorsi era stato condannato a 30 giorni di prigione, ieri sera è stato trasferito in un ospedale per una “grave reazione allergica” di cui non si conosce la causa.

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