20/12/2017, 08.32
RUSSIA
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Mosca, una corsa al riarmo di 320 miliardi di euro, per competere con gli Usa

di Vladimir Rozanskij

Previste spese per sistemi anti-missile, aggiornamenti dell’equipaggiamento Ratnik per i “soldati del futuro”: materiali corazzati, visione diurna e notturna, adattamenti psico-morfologici. In più, carri armati, incrociatori e 10 progetti navali. Raggiungere l’autosufficienza militare è il progetto di Putin per il prossimo mandato presidenziale.

Mosca (AsiaNews) - Secondo il giornale Kommersant del 18 dicembre, uno dei più autorevoli in Russia, il governo russo avrebbe varato un poderoso piano di riarmo per i prossimi 10 anni, che peraltro non ha reso pubblico. A tale scopo, secondo il programma, verrebbero stanziati 19mila miliardi di rubli (circa 320 miliardi di euro). La priorità di tale programma si dovrebbe concentrare sui sistemi di deterrenza nucleare, sulle armi a ultrasuoni e anche sulle forniture tecniche per le truppe aviotrasportate.

Sempre secondo Kommersant, dopo lunghe discussione tra le varie istituzioni interessate, è ormai giunta al Cremlino la variante definitiva del programma statale per gli armamenti nel periodo 2018-2027. Essa potrà essere firmata dal presidente Vladimir Putin già nel corso di questa settimana. Il documento prevede appunto lo stanziamento di quasi 20mila miliardi di rubli per il riarmo dell’esercito e della flotta.

Rimandando a fonti molto vicine all’amministrazione presidenziale, nel giornale si spiega che per la deterrenza nucleare si propone di adattare armi a ultrasuoni e ad alta precisione teleguidata (le cosiddette smart weapons), come i nuovi complessi strategici RS-26 “Rubezh” e RS-28 “Sarmat” (i nuovi sistemi anti-missile balistici intercontinentali, noti anche come sistemi Avangard). Inoltre, l’attenzione verrà posta sulle forze armate generiche, che non sono state adeguatamente finanziate negli anni scorsi. Le truppe aviotrasportate o VDV dovranno ricevere il perfezionamento, secondo le loro esigenze, con equipaggiamenti Ratnik, detti “il completo del soldato del futuro”, in cui si adoperano le ultime forniture della tecnica per i materiali corazzati, la navigazione e i sistemi di visione notturna, e l’adattamento alle condizioni psico-morfologiche del combattente. I sistemi di difesa contraerea otterranno i sistemi missilistici S-300B4, che difendono le navi da ogni tipo di attacco aereo e ZRK “Tor-M2”, per proteggere gli obiettivi strategici di terra. L’esercito potrà avvalersi dei carri armati T-90 e T-14 “Armata”, e altri mezzi corazzati di ultima generazione come la piattaforma modulare “Kurganets-25” e i veicoli per trasporti truppe “Boomerang”.

Per l’aeronautica è previsto un aumento negli acquisti di incrociatori Su-30CM e Su-35, in grado di dominare i cieli in qualunque condizione atmosferica diurna o notturna, e anche di bombardieri Su-34, che hanno ottenuto grandi successi durante le azioni militari in Siria, come pure di incrociatori Mig-35 e di trasporti strategici di missili Tu-160M2. Infine, nel decennio prossimo si prevedono più di 10 nuovi progetti navali, diverse forniture di aerei super moderni per l’aviazione della marina e batterie missilistiche di mare ad uso della flotta e nuovi sottomarini ad alimentazione diesel-elettrica, compresi sottomarini nucleari di nuova concezione del tipo Huskey.

Gli specialisti russi sono convinti di poter ritornare ai fasti del periodo sovietico, in cui gli armamenti russi competevano con gli americani per l’avanguardia bellica mondiale. È uno degli argomenti con cui la Russia sarà “in grado di risolvere i propri problemi senza l’aiuto di nessuno”, come va ripetendo da giorni il presidente Putin, mettendo tale autosufficienza (militare, economica, politica) quale scopo principale del suo prossimo mandato presidenziale. A un’esercitazione militare nel poligono di Sary-Shagan in Kazakhstan, nei giorni scorsi, Putin ha precisato che “la capacità dell’economia di aumentare rapidamente le dimensioni della produzione bellica al momento opportuno, è una delle condizioni principali della garanzia di sicurezza dello Stato. A questo scopo si devono tenere pronte le maggiori industrie, sia statali che private”.

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