06/04/2021, 08.31
RUSSIA-UCRAINA
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Mosca ammassa truppe al confine ucraino

di Vladimir Rozanskij

Dal 2014 nel Donbass continua un conflitto “a bassa intensità”. Le provincie di Donetsk e Lugansk usano in modo regolare il rublo russo, possiedono armi russe e passaporto russo. Ucraina forse vittima di un gioco geopolitico.

Mosca (AsiaNews) - Divisioni armate russe si stanno spostando vicino al Donbass, ai confini ucraini. È la stessa zona dove dal 2014 continua un conflitto “a bassa intensità” tra Russia e Ucraina. Il massivo spostamento di armati desta molta preoccupazione: gli Stati Uniti hanno disposto le proprie truppe in Europa al massimo livello d’allerta. Al Cremlino riferiscono che la disposizione dei soldati al confine ucraino “non deve preoccupare nessuno”, ma il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj ha parlato al telefono con Joe Biden, ricevendo assicurazioni sul “sostegno immutato” degli americani alla difesa della sovranità ucraina.

Uno dei rappresentanti ucraini del gruppo di dialogo trilaterale per il Donbass, Sergej Garmash (a sin. nella foto), ha parlato della situazione con i giornalisti di currentime.tv.  Insieme a lui vi era l’esperto russo per i rapporti internazionali Aleksej Naumov (a destra nella foto). Secondo Garmash, “all’estero sono più spaventati per questa situazione, di quanto non lo siamo in Ucraina”.

Da sette anni la Russia continua a negare la sua partecipazione al conflitto, senza spiegare il motivo per cui le provincie di Donetsk e Lugansk usano in modo regolare il rublo russo e possiedono armi russe; i loro cittadini ricevono il passaporto russo; i loro rappresentanti chiedono l’annessione alla Russia. Secondo Garmash, “se la Russia insiste a dire che si tratta di un conflitto interno ucraino, non dovrebbe opporsi all’intervento del governo ucraino, e dovrebbe smettere di portare nel Donbass i carichi di armi e di soldi”. Le tensioni si accumulano tutte ai confini della zona contesa, mentre l’Ucraina al suo interno vive una situazione decisamente più tranquilla.

Il 2 aprile si è riunito a Kiev il Consiglio per la sicurezza e la difesa, sotto la presidenza di Zelenskyj, e il tema del Donbass è stato toccato solo di striscio, assicurando che “l’esercito ucraino è in grado di rispondere a qualunque attacco”. Lo stato di allerta delle truppe americane in Europa, del resto, non si accompagna ad analoghe misure per l’esercito di Kiev. “Si ha l’impressione - aggiunge Garmash - che ci stiano usando per un qualche gioco geo-politico”, specie dopo le accuse di Biden a Putin, definito “killer”.

Anche Germania e Francia hanno dichiarato che per il conflitto ucraino la Russia è da considerarsi parte in causa, e non Paese mediatore, e le recenti manovre sembrano una risposta a queste affermazioni. La Russia segue il proprio repertorio: quando in campo diplomatico le cose si mettono male, reagisce in modo aggressivo a livello militare. Garmash ritiene però che si tratti più di una provocazione, che non di una vera minaccia.

La Russia non sembra intenzionata a sedersi al tavolo delle trattative del “quartetto normanno” (Germania, Francia, Russia e Ucraina) legato agli accordi di Minsk del 2015, anche se secondo Naumov “ora la Russia non ha interesse al riacutizzarsi del conflitto, soprattutto nella fase conclusiva della costruzione del gasdotto Nord Stream-2”. L’accumulo di materiali bellici, insomma, è un ammonimento nei confronti di Kiev, più che una preparazione a un’iniziativa da parte dei russi; a Kiev interessa invece il fallimento del gasdotto, come dimostrano gli sforzi della sua politica estera degli ultimi mesi.

La Russia rivendica comunque un patronato sulle dimensioni “filo-russe” della vita sociale nella zona del Donbass: la preservazione della lingua russa su tutte, oltre al riconoscimento di “status speciale” indipendente delle due provincie, sistema che Mosca applica a diverse zone sotto il suo controllo, come la Transnistria moldava o la Abkhazia e Ossezia georgiana. Per questo Mosca intende mostrare i muscoli, lasciando intendere di essere sempre pronta al riaccendersi delle ostilità. Difficile pensare, del resto, che gli Stati Uniti intendano davvero entrare in guerra con la Russia per le regioni dell’Ucraina orientale. È più probabile che intendano sedersi al tavolo delle trattative del gruppo “normanno”, come quinto invitato.

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