28/05/2015, 00.00
CINA - RUSSIA
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Mosca vuole “ripristinare” siti e monumenti della presenza russa nella Cina del Nord-Est

di Nina Achmatova
Il Consiglio russo di coordinamento dei connazionali nella Repubblica popolare ha redatto un programma in cui si individuano sette oggetti di significato storico e artistico; tra questi anche alcune chiese e una croce sul luogo dove è stata combattuta una delle battaglie della guerra russo-giapponese.

Mosca (AsiaNews) - Restaurare e ripristinare siti e monumenti storici legati alla presenza della comunità russa nel Nord-Est della Cina. È quanto si propone il Consiglio russo di coordinamento dei connazionali nella Repubblica popolare cinese, che ha redatto un programma in questo senso, nel corso del suo IX convegno, svoltosi il 27 maggio. “Il documento è un elenco di sette siti, ubicati nelle città cinesi di Harbin, Shenyang e Dalian”, ha spiegato all’agenzia Tass uno dei membri del Consiglio, Sergey Eremin, il quale ha ricordato che a Harbin sono in corso i lavori di restauro dell’unica chiesa attiva, quella ortodossa dell’Intercessione, e di quella di San Iver. Si pensa, inoltre, di trasformare in memoriale l’ultimo cimitero civile russo a Huangshan.

“A Shenyang, le autorità locali intendono trasferire la cattedrale di Cristo Salvatore e restaurarne l’edificio - ha aggiunto Eremin - tuttavia, vi sono timori che nel corso di questo trasferimento possano essere danneggiate le decorazioni e pitture interne. Per questo, intendiamo chiedere l’aiuto di diplomatici russi e della parte cinese per portare in città specialisti dalla Russia, che affrontino la questione”. A suo dire, sempre a Shenyang si vuole ricostruire la croce dell’adorazione, dove nel 1904 fu combattuta una dura battaglia nell’ambito della guerra russo-giapponese.

“Per quanto riguarda Dalian - ha raccontato ancora Eremin - è in programma la ricostruzione del cimitero militare-civile, che si trova sulla strada principale Tsinyuntsze, e anche della chiesa di San Michele Arcangelo, distrutta durante la rivoluzione culturale”.

Il programma di restauri della presenza russa nel Nord-Est della Cina, a detta dei suoi promotori, aiuterà la comunità russa locale ad “agire in modo più sistematico e coerente”, chiedendo sostegno alle autorità della Federazione russa, ai russi all’estero e puntando anche su un lavoro di archivio.

Il convegno del Consiglio russo di coordinamento dei connazionali in Cina è stato organizzato dall’agenzia federale Rossotrudnichestvo, l’ambasciata russa nella Repubblica popolare, il consolato generale a Shenyang e il centro di cultura russa di Pechino.

La presenza dei russi nel Nord-Est della Cina è spesso legata alla Chiesa ortodossa, che da alcuni anni ha inaugurato un’attiva cooperazione con le autorità locali, nell’ambito della più ampia alleanza tra Mosca e Pechino, rilanciata dopo il raffreddamento delle relazioni del Cremlino con Ue e Usa per via della crisi ucraina. Mentre il Patriarcato mira ancora al riconoscimento dell’ortodossia tra le religioni “ufficiali” (che sono: taoismo, buddismo, islam, cristianesimo protestante e cattolicesimo), di recente la Repubblica popolare ha autorizzato, per la prima volta in 60 anni, l’ordinazione di sacerdoti ortodossi cinesi. 

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