07/07/2011, 00.00
INDIA
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Mumbai: sacerdoti accusati di vendite illegali di beni ecclesiastici

di Nirmala Carvalho
Le accuse riguardano le chiese Our Lady of Salvation a Dadar, S. Michael a Mahim, Nazareth a Bhayandar e Ic Church a Barivli. Secondo l’Association of Concerned Catholics (Aocc) i parroci hanno venduto i terreni senza consultare le comunità. Ma il cancelliere dell’arcidiocesi di Mumbai smentisce le accuse.
 Mumbai (AsiaNews) – “La vendita dei terreni delle chiese deve essere trasparente”. Si pronunciano così alcune comunità cattoliche di Mumbai, che chiedono di fare luce su episodi di corruzione in cui sono coinvolti alcuni sacerdoti. In un incontro l’Association of Concerned Catholics (Aocc) ha discusso dei casi relativi alle chiese Our Lady of Salvation a Dadar, S. Michael a Mahim, Nazareth a Bhayandar e Ic Church a Barivli, i cui parroci hanno venduto i terreni a una società esterna senza consultare la comunità.

Secondo Greg Pereira, presidente della Aocc, alla radice il problema sta nella regola dell’amministratore unico (sole trustee), che concede ai sacerdoti ogni potere in materia di vendita della proprietà. “Per questo – fa sapere Pereira – la Aocc ha chiesto al card Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai, di abolire questa norma”. Il presidente della Aocc aggiunge: “Queste sono questioni rimaste pendenti da lungo tempo: la gente era a conoscenza di queste cose, ma nessuno ha mai parlato”.

Al contario p. Savio Fernandes, cancelliere dell’arcidiocesi di Mumbai, dichiara ad AsiaNews che “nella maggior parte dei casi, sono state seguite tutte le procedure”.

P. Fernandes spiega che nell’arcidiocesi la vendita delle proprietà ecclesiastiche segue sia il Diritto canonico che quello civile. Il Diritto canonico stabilisce che per vendere la proprietà bisogna avere: una giusta motivazione – necessità urgente, vantaggio evidente, motivi religiosi, di carità o pastorali in genere – e una valutazione scritta da esperti. Una volta ottenuta la possibilità di procedere con la vendita, il denaro ricavato deve essere investito con cautela in “benefici della Chiesa”, o speso secondo gli scopi espressi per ottenere l’autorizzazione.

Ogni vendita necessita anche del permesso dell’arcivescovo. Egli ha bisogno del consenso della Commissione finanziaria arcidiocesana (laici esperti in materia economica) e del Collegio arcidiocesano dei consiglieri (sacerdoti che controllano l’aspetto pastorale della vendita) prima di concedere il permesso. Inoltre, se il valore della proprietà da mettere in vendita supera i 10milioni di rupie (circa 157mila euro), anche la Santa Sede deve dare l’autorizzazione.
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