03/10/2005, 00.00
INDONESIA
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Musulmani in Indonesia condannano l'attacco terrorista di Bali

di Moerkekaq Senggotro
Ieri sera grande manifestazione a Jakarta in memoria delle vittime dell'attentato. In piazza anche l'ex presidente indonesiano, Gus Dur.

Jakarta (AsiaNews) – La comunità islamica in Indonesia reagisce alle bombe di Bali ribadendo che la stragrande maggioranza dei musulmani è contraria al terrorismo e non si identifica con esso.

Ieri in conferenza stampa, Kiai Haj Hasyim Muzadi, attuale presidente della più grande organizzazione musulmana del paese, il Nahdlatul Ulama (NU) - ha condannato "l'utilizzo dell'islam (e di qualsiasi altra religione) come ideologia per compiere azioni totalmente contrarie all'umanità e all'essenza stessa dell'islam". "Il terrorismo non ha nulla a che fare con la nostra religione" ha specificato. Muzadi ha poi invitato tutta l'Indonesia, la nazione musulmana più numerosa al mondo, a combattere "mano nella mano" il terrorismo.

L'equazione musulmano uguale terrorista preoccupa anche Syafii Maarif, ex presidente della seconda organizzazione musulmana del paese, il Muhammadiyah. "Queste azioni sanguinarie sono contro l'umanità e i valori dell'islam - ha detto - i terroristi si definiscono musulmani ma è inaccettabile; nessuna religione può giustificare iniziative simili". Maaarif, noto studioso musulmano di posizione moderate, ha invitato i terroristi a "cancellare la loro identità di musulmani, perché le loro azioni infangano solo l'immagine dell'islam". Lo studioso accusa infine le forze di sicurezza per non essere riuscite a catturare i due terroristi latitanti malaysiani, Azahari e Nordin M Top, sospettati di essere le menti dell'attentato del 1 ottobre e di quello di Bali nel 2002.

In difesa del governo, invece, si è schierato il leader musulmano più influente del paese, l'ex presidente indonesiano Abdurrahman Wahid. L'uomo - meglio conosciuto come Gus Dur - ha espresso il suo sostegno al governo nella lotta al terrorismo e l'urgenza di "fermare le iniziative degli estremisti" islamici. Gus Dur -  ex presidente del NU - ha invitato a non additare il governo centrale come responsabile della strage. In molti hanno accusato le autorità di non aver fatto abbastanza per impedire un attacco, annunciato dai i servizi segreti già a luglio. Altri hanno invece avanzato l'ipotesi che le bombe a Bali sono la risposta al caro benzina imposto dal presidente Susilo Bambang Yudhoyono e entrato in vigore proprio dal 1 ottobre.

Gus Dur ha partecipato alla cerimonia in memoria delle vittime di Bali, svoltasi ieri sera a Jakarta. Teatro della manifestazione, la rotonda dell'hotel Indonesia, al centro della capitale, tradizionale punto di ritrovo per grandi manifestazioni.

Insieme a lui anche rappresentanti della Freedom Guard. Questa organizzazione, istituita da pochi giorni, è composta da persone di differente estrazione sociale  e religiosa e mira a salvaguardare, con la non violenza, la libertà religiosa nel paese. Husein Hasehm, segretario generale del gruppo, ha inviato la popolazione a sostenere ogni sforzo di polizia e governo volto "a consegnare alla giustizia" i responsabili della strage di sabato.

Condanna all'attentato di Bali è arrivata anche dal direttore esecutivo del NU, Masdar Farid Mas'udi: "È un'azione codarda condotta da certi estremisti, speriamo che tutta la nazione reagisca e torni alla sua vita normale".

Ieri sera in piazza erano presenti anche numerosi attivisti per la pace indù raccolti nel cosiddetto gruppo della Non Violence Hindu Youth Solidarity (Smhak) e membri del Professional and Civil Society (Mpm).
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