28/11/2018, 15.29
MALAYSIA
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Musulmani per lo sfratto del tempio indù: scontri e auto bruciate

La comunità è divisa tra contrari e favorevoli al ricollocamento del luogo di culto, al centro di una disputa terriera. I legali dei proprietari consegnano 32mila euro a 50 islamici, per introdursi nell’edificio e assumerne il controllo prima dell’arrivo della forza pubblica. Dagli insulti alle violenze tra fedeli: date alle fiamme 18 auto e due moto.

Kuala Lumpur (AsiaNews/Agenzie) – Insulti, pestaggi, auto bruciate e 21 arresti: è il risultato delle violenze scoppiate due giorni fa tra fedeli indù, divisi sul trasferimento del tempio di Seafield Sri Maha Mariamman in un'altra zona di Subang Jaya (Selangor). Ad accrescere la tensione tra le due fazioni, 50 musulmani malesi erano intervenuti per lo sgombero. È quanto afferma oggi il ministro malaysiano degli Interni, Muhyiddin Yassin, fornendo una ricostruzione dell’accaduto.

Eretto oltre un secolo fa, il tempio è al centro di una disputa sulla proprietà del terreno. Il caso vede contrapposti il Comitato amministrativo dell’edificio e gli immobiliaristi della One City Development. Nel 2014, una sentenza dell’Alta corte di Shah Alam ha individuato la compagnia come legittima proprietaria del terreno. L’ordine di sfratto emesso dai giudici non è stato ancora eseguito, poiché una parte della comunità indù si oppone alla sentenza. L’altra si dichiara invece favorevole al trasloco.

Dopo alcune negoziati falliti, la compagnia ha tentato di prendere controllo del tempio il 22 novembre scorso, ma ha dovuto desistere a causa di una manifestazione di protesta organizzata presso il luogo di culto. I dirigenti della One City Development hanno dunque comunicato alle forze di polizia l’intenzione di fare un nuovo tentativo, alle ore 7 della mattina del 26 novembre. Gli inquirenti hanno però scoperto che i loro avvocati avevano consegnato 150mila ringgit malesi (circa 32mila euro) a 50 islamici, affinché si introducessero nel tempio e “ne assumessero il controllo” prima dell’arrivo della forza pubblica.

La loro presenza ha innescato una violenta lite tra i devoti indù, sfociata nei disordini e nel danneggiamento di diverse proprietà: 18 auto e due moto sono state date alle fiamme; una volante della polizia è stata danneggiata da un fitto lancio di pietre; le vetrine di un centro commerciale sono andate in frantumi. Per sedare il tumulto, le autorità hanno dispiegato 700 poliziotti, tra cui gli agenti della Federal Reserve Unit (Fru), forza antisommossa e squadra di risposta speciale. In seguito agli incidenti, le autorità hanno disposto l’arresto di 19 persone e i due legali della One City Development, che respinge la versione dei fatti esposta dal ministro.

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