27/06/2013, 00.00
UZBEKISTAN
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Musulmano in carcere per "estremismo", ignorati gli appelli dell'Onu

Astana concede l’estradizione. Condannato a 12 anni di reclusione il 38enne uzbeko accusato di estremismo musulmano. Ignorati gli appelli delle Nazioni Unite e le proteste dei familiari, ai quali la Corte non ha fatto pervenire alcuna copia della sentenza.

Tashkent (AsiaNews/Agenzie) - Estradato a marzo dal Kazakhstan nel suo Paese d'origine, Khayrullo Tursunov, uzbeko musulmano, è stato condannato a 12 anni di reclusione per estremismo religioso. La Corte penale del Kashkadarya, che ha ignorato gli appelli del Comitato delle Nazioni unite per la tortura, ha emesso la sentenza senza far pervenire alla famiglia alcuna copia del verdetto.

Tursunov, 38enne di fede musulmana originario dell'Uzbekistan orientale, era fuggito in Kazakhstan con la propria famiglia nel 2009, per paura che le autorità di Tashkent potessero perseguitarlo a causa della sua fede religiosa. Dopo l'estradizione concessa da Astana a marzo, la moglie e il figlio sono stati costretti a fuggire in un Paese che concedesse loro protezione, mentre Tursunov è stato trasferito in carcere in Uzbekistan. Forum 18 ha tentato di chiedere spiegazioni ad alcuni funzionari della Corte regionale del Kashdarya, ma non ha ottenuto risposte né sulle modalità di giudizio né riguardo le ragioni che hanno negato alla famiglia una copia del verdetto.

Nel 2010, 13 giovani musulmani sono stati imprigionati nella stessa regione con accuse analoghe: avevano imparato a leggere il Corano e pregavano in privato nelle proprie abitazioni. Episodi di questa natura non sono rari in Uzbekistan, dove la libertà religiosa è soggetta a rigide limitazioni e pene, spesso sovradimensionate, sono inflitte ai membri delle minoranze confessionali al fine di indebolirle.

 

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