30/03/2016, 08.55
MYANMAR
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Myanmar, giura il nuovo governo: Ora pace

In una seduta congiunta del parlamento il presidente Htin Kyaw ha promesso “fedeltà” al popolo birmano e ha illustrato le sfide che attendono il nuovo governo. La priorità è il cessate-il-fuoco su scala nazionale con le minoranze etniche. Hanno giurato anche i 17 nuovi ministri, compresa Aung San Suu Kyi. Il primo aprile l’insediamento.

Naypyiadaw (AsiaNews) – In una seduta congiunta del parlamento il nuovo presidente del Myanmar ha fatto giuramento, insieme ai due vice presidenti e ai nuovi ministri. Htin Kyaw, fedelissimo di Aung San Suu Kyi e primo presidente non militare in 50 anni, si insedierà in modo ufficiale il primo aprile, prendendo il posto del generale in congedo Thein Sein. Tra i nuovi ministri figura anche la leader della Lega nazionale per la democrazia (Nld), che guiderà gli Affari esteri, l’Ufficio presidenziale, l’Educazione e l’Energia.

La “Signora” è l’unica donna a far parte del nuovo esecutivo, composto per gli altri 17 membri da soli uomini. Come da Costituzione i ministeri della Difesa, degli Affari interni e dei Confini sono stati assegnati a tre militari.

In un breve discorso rivolto ai membri delle Camere, Htin Kyaw ha promesso “fedeltà” al popolo birmano e ha illustrato le sfide che attendono il nuovo governo. La priorità, ha detto, è quella di raggiungere un cessate-il-fuoco su scala nazionale, per interrompere i conflitti tra minoranze etniche e governo centrale che proseguono da decenni. La “riconciliazione nazionale” è uno dei punti su cui la stessa Aung San Suu Kyi ha insistito di più nelle scorse settimane, scegliendo come candidato alla vice presidenza Henry Van Thio, cristiano dell’etnia Chin, come segno della volontà di coinvolgere tutti nel processo democratico.

Il nuovo presidente ha anche parlato della necessità di riformare la Costituzione per accordarla ai moderni valori democratici. Secondo molti analisti, questo sarà un punto di frizione tra il nuovo governo e i militari che, mantenendo per Costituzione il 25% dei seggi parlamentari, potranno mettere il veto su qualunque tentativo di modifica della Carta, per il quale sono necessari più del 75% dei voti.

La Costituzione contiene anche la norma contra personam che ha impedito ad Aung San Suu Kyi di candidarsi alla presidenza, carica che è preclusa a chi abbia familiari di nazionalità non birmana (i due figli della Signora sono britannici). Nonostante questo la leader della Nld ha dichiarato che governerà “al di sopra del presidente”.

Il processo democratico nato dopo la larga vittoria della Nld alle elezioni a novembre ha fatto sorgere speranza nella popolazione, di cui si è fatto portavoce il card. Bo, arcivescovo di Yangon. Nel suo messaggio per la Pasqua ha affermato che “il fiume della democrazia si sta lentamente riversando nel deserto della disperazione” e ha elencato i numerosi “segni di resurrezione del Paese che vediamo attorno a noi”.

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