12/02/2015, 00.00
MYANMAR
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Myanmar, riforma dell’istruzione: accordo fra governo e studenti sulle modifiche alla legge

I rappresentanti dell’esecutivo aprono alle richieste del movimento studentesco, da settimane in piazza per chiedere modifiche in chiave “democratica” alla norma. Ora gli emendamenti dovranno passare al vaglio del Parlamento, il nulla osta non è scontato. Leader studentesco: "Soddisfatti, ma le dimostrazioni continuano sino all’approvazione finale".

Yangon (AsiaNews) - Il governo birmano ha raggiunto un accordo con i rappresentanti degli studenti, da settimane in marcia per le strade del Paese per chiedere emendamenti alla riforma dell'istruzione. L'esecutivo avrebbe aperto alla gestione indipendente di istituti e accademie in merito alle politiche educative e sulla formazione di sindacati liberi di studenti e insegnanti. A questo si aggiunge il reintegro dei giovani espulsi per aver promosso le proteste e l'aumento, fino al 20%, del budget statale per la scuola entro i prossimi cinque anni. Tuttavia, questa prima bozza di accordo deve passare al vaglio del Parlamento nella seduta del 15 marzo e, in questo caso, il via libera - parziale o totale - non sembra affatto scontato. 

Il riavvicinamento fra le parti dopo giorni di tensioni e rotture è giunto al termine di una lunga maratona di negoziati, che si è protratta per diverse ore, mentre all'esterno cresceva il sostegno popolare verso gli studenti. Di contro, sul versante governativo non sono mancati segni di nervosismo, acuito dal vasto consenso raggiunto dai giovani non solo fra la popolazione birmana, ma pure in settori della cultura e della religione, tra i quali diversi leader buddisti.

Un disappunto sfociato la scorsa settimana in una nota governativa che accusava gli studenti di essere "manipolati" da "agenti esterni" (non specificati), con il solo scopo di fomentare "l'instabilità" nel Paese. Accuse respinte al mittente dai giovani, che rivendicano la loro libera battaglia per una migliore istruzione in Myanmar. 

Phyo Phyo Aung, una delle rappresentanti studentesche presente all'incontro, è "soddisfatta" dell'accordo ma non nasconde il timore che "alcuni dei punti raggiunti oggi possano essere respinti dal Parlamento". La giovane conferma che la marcia degli studenti in direzione di Yangon continua, in attesa di capire quali saranno le reali intenzioni del governo e dell'Assemblea. 

Thein Lwin, membro del National Network for Educational Reform (Nner) - uno dei gruppi presenti ai colloqui, insieme ai rappresentanti del governo, studenti e parlamentari - parla di passo "importante" nel solco di una riforma "democratica" dell'istruzione. L'aspetto più interessante, aggiunge, è "la presenza di studenti e insegnanti nella stesura della futura legge sull'istruzione scolastica". Tuttavia, egli avverte anche che i giovani sono pronti a "riprendere la protesta" se le richieste non verranno ascoltate e gli accordi non saranno mantenuti. 

Dal 2011 - fine della dittatura militare, formazione di un governo semi-civile, nomina di un presidente (Thein Sein, ex generale della giunta) - il Myanmar è impegnato in una serie di riforme politiche e istituzionali. Tuttavia, questo processo di cambiamento - che ha portato anche alla parziale cancellazione delle sanzioni occidentali - ha subito un brusco rallentamento e ancora oggi la leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi non può concorrere alla carica di presidente.  

Un tempo il sistema educativo del Myanmar - che oggi ha celebrato, seppur in tono minore rispetto al passato, la festa dell'Indipendenza - era considerato fra i migliori di tutta l'Asia. Tuttavia, decenni di dittatura militare e lo stretto controllo su licei e università hanno determinato una involuzione che pesa ancora oggi sulla qualità e sulla libertà dell'insegnamento. E la minaccia, lanciata dagli studenti, di estendere a tutta la nazione le proteste non può che allarmare le autorità birmane: sono stati proprio gli studenti, nel 1988, a promuovere le prime proteste pro democrazia, represse poi nel sangue dall'esercito. 

 

 

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