17/05/2016, 08.54
ARMENIA - AZERBAIJAN
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Nagorno Karabakh, Armenia e Azerbaijan raggiungono l’accordo per il cessate il fuoco

I due presidenti si sono incontrati a Vienna per la prima volta dai violenti combattimenti di inizio aprile. Grazie alla pressione diplomatica di Russia e Stati Uniti, i fronti hanno concordato la tregua. A giugno inizieranno nuovi negoziati per risolvere le dispute territoriali. Secondo gli analisti l’accordo si è reso possibile per gli interessi comuni di Mosca e Washington nella regione. 

Vienna (AsiaNews/Agenzie) - I presidenti di Armenia e Azerbaijan fanno un passo indietro rispetto alla prospettiva di una guerra aperta e raggiungono un accordo per il rispetto del cessate il fuoco nel Nagorno Karabakh. I due leader si sono incontrati ieri a Vienna, in Austria, rispondendo alla convocazione del cosiddetto “Gruppo di Minsk”, formato da Russia, Stati Uniti e Francia. La tregua scongiura l’escalation delle violenze dopo i combattimenti di inizio aprile, i peggiori degli ultimi due decenni. Essa rappresenta, secondo gli esperti, "un successo diplomatico di Mosca e Washington; le due potenze globali si confermano grandi artefici degli equilibri sullo scacchiere mondiale". 

Lo sforzo della diplomazia internazionale avrebbe dunque spinto il presidente armeno Serge Sarkissian e l’omologo dell’Azerbaijan lham Aliev - che si sono incontrati per la prima volta dagli scontri fra gli eserciti - a rispettare la tregua nella regione contesa. I due fronti hanno anche confermato il proposito di riprendere i negoziati, da anni su un binario morto, per regolare le dispute territoriali. I colloqui dovrebbero iniziare dal prossimo mese di giugno. 

Negli scontri di inizio aprile, che hanno allarmato pure i vertici della Chiesa locale, sono morte almeno 110 persone, centinaia i feriti. 

Al termine dell’incontro di ieri nella capitale austriaca sotto l’egida dell’Ocse, il segretario di Stato americano John Kerry, il ministro russo degli Esteri Sergei Lavrov e l’omologo francese Harlem Desir hanno diffuso un comunicato congiunto. Nella nota i leader delle maggiori potenze hanno “ribadito” che non vi può essere una “soluzione militare” al conflitto. I leader dei due Paesi, aggiunge la nota, “hanno rinnovato il loro impegno al cessate il fuoco e al regolamento pacifico della controversia”. 

Il ministro russo Lavrov ha accolto con soddisfazione la tregua, sottolineando che “il compromesso è sempre possibile”. Oggi i leader mondiali si incontreranno, sempre a Vienna, per discutere della crisi siriana, nella speranza di raggiungere anche in questo caso un accordo per un cessate il fuoco duraturo. 

Alla vigilia dei colloqui sul Nagorno Karabakh, un alto funzionario americano ha affermato che l’accordo era “possibile” perché Russia e Stati Uniti hanno una posizione comune sulla controversia. A differenza della Siria in cui le due potenze mondiali hanno interessi contrapposti, con Mosca impegnata a difendere il governo (e il presidente Assad) e stati Uniti vicini alle opposizioni e ai gruppi ribelli.

Dal 1994 l’OSCE continua invano a cercare una soluzione definitiva alla controversia che vede opposte Armenia e Azerbaijan e che, ad ogni istante, rischia di far esplodere questa polveriera del Caucaso.

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