18/05/2016, 15.38
MYANMAR
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Naypyiadaw, arrestati 76 manifestanti per i diritti dei lavoratori

Facevano parte di una marcia partita tre settimane fa e diretta alla capitale. Fermati alle porte della città, gli operai delle industrie del legno sono stati circondati e ammanettati. Protestavano contro il fallimento delle trattative con i datori di lavoro e i licenziamenti ingiusti.

 

Naypyiadaw (AsiaNews/Agenzie) – La polizia birmana ha arrestato 76 lavoratori che stavano protestando per i propri diritti a Tatkon, cittadina vicina alla capitale Naypyiadaw. I manifestanti facevano parte di una grande marcia di operai partita tre settimane fa dalla divisione di Sagaing (nord-ovest del Paese) e che doveva concludersi nella capitale.

I lavoratori fanno parte delle industrie di compensato della zona industriale di Sagaing. Essi hanno deciso di organizzare la marcia di protesta dopo il fallimento delle trattative con i propri datori di lavoro e dopo che lo scorso febbraio 100 colleghi sono stati licenziati.

Per bloccare il flusso di persone, i poliziotti hanno costruito delle barricate a Tatkon, e i dimostranti hanno accettato di fermarsi lì con la promessa che avrebbero parlato con Myo Aung, presidente del Consiglio di Naypyiadaw (organo che amministra il Territorio dell’unione di Naypyiadaw). Le persone hanno atteso per un’ora e mezza ma il politico non è arrivato.

Dopo aver rifiutato di eleggere cinque rappresentanti per discutere con Aung, i lavoratori hanno ripreso la marcia. A quel punto la polizia li ha circondati e ha iniziato a prelevare decine di individui con la forza. Tre uomini sono finiti in ospedale. Un manifestante ha dichiarato: “È del tutto inaccettabile che il governo per cui abbiamo votato ora ci arresti. Vorrei che mi tagliassero il mignolo”. Il riferimento è al dito che viene bagnato di inchiostro il giorno delle elezioni.

L’amministratore di Tatkon ha assicurato che le donne, gli anziani e i malati verranno rilasciati subito: “Prenderemo provvedimenti contro gli altri secondo la legge. Stiamo ancora discutendo se fare loro causa o meno”.

 

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