08/06/2012, 00.00
MYANMAR
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Naypyidaw: fornitura elettrica regolare. Ma restano i disagi per i birmani

di Yaung Ni Oo
Per le autorità la situazione è “tornata alla normalità” nella maggior parte del Paese. Problemi in alcune aree di Yangon e Mandalay. Per il governo la crisi dovuta a un attentato delle milizie Kachin a un impianto nello Stato Shan. Critiche e richieste di dimissioni per il ministro dell’Energia elettrica.

Yangon (AsiaNews) - Le autorità birmane riferiscono che, nella maggior parte del Paese, la fornitura di energia elettrica è "tornata alla normalità", sebbene rimangano alcune situazioni critiche in alcune aree di Yangon e Mandalay. È quanto riferisce il bisettimanale Eleven News, citando fonti governative secondo cui il picco dell'emergenza è stato superato. Nelle scorse settimane in molti sono scesi in piazza, evento raro in Myanmar, per protestare contro i lunghi periodi di black-out, dovuti anche alle politiche della leadership che ha sempre privilegiato la vendita all'estero dell'energia prodotta,  piuttosto che salvaguardare il fabbisogno interno. La situazione si è ristabilita grazie ai lavori di riparazione che hanno interessato quattro torri della rete elettrica di Shweli-Mansan, il cui danneggiamento sarebbe conseguenza - a detta delle autorità - di un attacco del Kachin Indipendence Army (Kia), nello Stato settentrionale Shan, risalente al 19 maggio scorso.

La ripresa di una fornitura regolare di corrente non basta però a soddisfare le attuali richieste dell'industria e dei privati cittadini; fra le ragioni alla base delle carenze, vi sono il ridotto quantitativo di centrali e una diffusione non capillare di quelle presenti al momento, unita a una rete di distribuzione sul territorio nazionale debole e insufficiente. Difatti molti cittadini e diverse aziende devono contare sull'energia prodotta da generatori, quando vengono a mancare i rifornimenti.

Ancora oggi le aree industriali di Yangon, principale centro economico e commerciale della Birmania, non possono utilizzare l'energia elettrica per un periodo di sei ore, che va dalle 5 del pomeriggio alle 11 di sera, quando la richiesta dei consumi privati è massima. Per far fronte alle carenze, di recente il governo ha avviato una serie di riforme fra le quali vi sono anche progetti di nuove centrali, di cui una da 600 megawatt realizzata dalla giapponese J Power Co e una dalla sud-coreana BKB Co da 500 mw (cfr. AsiaNews 26/05/2012 Energia, pubblicità e moneta: il Myanmar apre al mercato internazionale). Secondo il ministero per l'Energia elettrica, la domanda giornaliera ha raggiunto i 1.890 mw, a fronte di una produzione di 1.500 mw.

Intanto non si placano le polemiche attorno al titolare del dicastero, il ministro Zaw Min, tacciato di incompetenza e fra i principali responsabili dell'attuale crisi energetica. Egli è finito nel mirino di attivisti ed esperti birmani, perché avrebbe "mentito all'opinione pubblica e al governo", affermando che "in Myanmar abbiamo molta più energia del fabbisogno" ed è per questo che "vendiamo" all'estero parte della produzione. Al contrario, la politica di vendere alle nazioni straniere continua a causare "crisi interne", che finiscono per causare anche roghi nelle abitazioni private originate da candele o generatori rimasti accesi senza sorveglianza.

Da più parti sul ministro Zaw Min piove l'accusa di aver colonizzato le risorse naturali e aver spogliato la vita e il benessere delle persone. Nel governo mancano inoltre esperti e persone competenti, che possano contribuire in modo serio alla crescita dell'economia birmana. Per questo, concludono gruppi di attivisti in una nota, egli e la sua cricca "dovrebbero essere cacciati dai loro incarichi" o, in un gesto di responsabilità, dovrebbero "dimettersi restituendo il mandato".

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