05/04/2016, 08.52
ASIA
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Nel 2015 sono tornate a crescere le spese militari. Soprattutto in Asia

La crescita globale è dell’1%. Al primo posto rimangono gli Stati Uniti, poi la Cina, poi l’Arabia saudita e quindi la Russia. La discesa dei prezzi del petrolio ha fatto ridurre il bilancio militare a Venezuela e Angola. Nonostante ciò, crescono le spese in Algeria, Russia, Vietnam. L’Arabia saudita ha speso finora 5,3 miliardi di dollari per l’intervento in Yemen. Nel periodo 2006-2015 l’Iraq ha aumentato le spese del 536%.

Stoccolma (AsiaNews) – Le spese militari nel mondo sono cresciute dell’1% nel 2015, portando il totale a circa 1700 miliardi di dollari. Una fetta consistente di queste spese avviene in Asia, con Cina e Arabia saudita ai primi posti nella classifica mondiale.

E’ quanto emerge dal rapporto diffuso oggi dal Sipri (Stockholm International Peace Research Institute), specializzata in queste statistiche.

Il Sipri fa notare che l’incremento di quest’anno avviene invertendo una tendenza che durava dal 2011. La crescita è consistente in Asia e Oceania, nell’Europa centrale e in Medio Oriente, ma diminuisce in Europa occidentale, in Africa e in America latina.

Gli Stati Uniti rimangono al primo posto nelle spese militari, con 596 miliardi di dollari, e pur avendo ridotto del 2% il budget. La Cina ha speso 215 miliardi, con un aumento del 7,4%; l’Arabia saudita segna una crescita del 5,7% con 87,2 miliardi, prendendo il terzo posto nella classifica, davanti alla Russia, la cui crescita è stata del 7,5% con 66,4 miliardi.

Il Sipri fa notare che ad influenzare i dati vi sono due fattori: il primo è legato alle situazioni di tensione in Est Europa, in Medio oriente, nel Mar Cinese meridionale; il secondo è il prezzo del petrolio che dal 2014 è cominciato a scendere riducendo gli utili per molti Paesi produttori.

A causa dell’abbassamento del prezzo del greggio, in modo vistoso hanno ridotto le spese militari il Venezuela (meno 64%) e l’Angola (meno 42%), ma vi sono anche riduzioni in Bahrain, Brunei, Kazakhstan e Sud Sudan.

Nonostante la riduzione degli introiti dal petrolio, diversi Paesi esportatori hanno continuato ad aumentare le spese militari. Fra questi vi è l’Algeria, la Russia, il Vietnam, e soprattutto l’Arabia saudita il cui intervento militare in Yemen le è costato finora 5,3 miliardi di dollari.

Il Sipri avverte che per diverse nazioni del Medio oriente non è possibile avere dati precisi. Per le nazioni i cui dati sono disponibili, per il 2015 si calcola un aumento delle spese militari del 4,1%. Fra tutti, l’Iraq è quello che ha avuto il maggior incremento. Nel periodo dal 2006 al 2015 le spese militari in Iraq sono cresciute del 536%: il più grande aumento al mondo per quel periodo.

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