19/10/2020, 14.37
FILIPPINE
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Nelle Filippine in pandemia c’è chi parla di ‘epidemia’ di troppe nascite

La University of the Philippine Population Institute (UPPI) e lo United Nations Population Fund (UNFPA) dipingono a tinte fosche la previsione di 2,5 milioni di gravidanze “non pianificate” entro la fine dell'anno. Papa Francesco durante la visita nelle Filippine parlò di “colonizzazioni ideologiche” che minacciano la famiglia.

Manila (AsiaNews/Agenzie) – Durante il lockdown per il coronavirus, nelle Filippine, secondo la University of the Philippine Population Institute (UPPI) e lo United Nations Population Fund (UNFPA) si registreranno 2,5 milioni di gravidanze “non pianificate” entro la fine dell'anno, un aumento del 42% rispetto al 2019. "Questi numeri sono un'epidemia in sé e per sé", ha detto Aimee Santos, il capo dell’UNFPA nelle Filippine in un'audizione della commissione del Senato, a settembre.

Nel Paese il tema della pianificazione familiare e dei contraccettivi per il controllo delle nascite è altamente divisivo. Malgrado l’opposizione della Chiesa, nel 2012, dopo anni di dibattiti, fu approvata la Legge sulla salute riproduttiva che ha introdotto un programma nazionale di pianificazione familiare che mirava a rallentare il tasso di natalità. Un anno dopo l'approvazione della legge, il tasso di uso dei contraccettivi era del 38%, rispetto al 34% del 2008, ed entro il 2017, l'ultimo anno per il quale sono disponibili le statistiche, il tasso era al 40%. Nel 2017 l'Autorità nazionale per l'economia e lo sviluppo aveva fissato un obiettivo quinquennale per aumentare il tasso al 65%.

Un quadro nel quale c’è anche chi contesta il fatto che mentre il sistema sanitario in difficoltà del Paese stava affrontando il virus a metà marzo, gli operatori sanitari di diversi settori furono chiamati a prestare servizio contro il virus. Risa Hontiveros, un parlamentare che sta spingendo per l'approvazione della legge sulla prevenzione della gravidanza nelle adolescenti, ha definito questo fenomeno una "covidazione del sistema sanitario", perché gli infermieri che avrebbero dovuto prestare servizio nelle cliniche di pianificazione familiare erano invece chiamati a fornire cure Covid-19.

E Mike Singh, il capo della sanità dell'UNFPA. "Dobbiamo riconoscere che, sebbene [combattere] il Covid-19 sia una priorità assoluta, dovrebbe essere garantita anche la continuità di altri servizi sanitari essenziali, come la pianificazione familiare".

L’impegno per questo modello di pianificazione familiare appare una diretta conseguenza di quelle che papa Francesco, il 16 gennaio 2015, durante la visita nelle Filippine, nell’incontro con le famiglie a Manila, definì “colonizzazioni ideologiche” che minacciano la famiglia. “La famiglia – disse - è anche minacciata dai crescenti tentativi da parte di alcuni per ridefinire la stessa istituzione del matrimonio mediante il relativismo, la cultura dell’effimero, una mancanza di apertura alla vita”.

Nel frattempo, i Paesi vicini come Singapore e il Giappone stanno prendendo misure per aumentare la natalità, offrendo ricompense monetarie alle coppie che hanno figli. A settembre, il Japan Times ha riferito che il governo giapponese stava lavorando a un programma per fornire 600mila yen (circa 5mila euro) per sostenere le coppie nei primi anni della loro vita coniugale. A ottobre, Singapore ha annunciato che avrebbe offerto sostegno monetario agli aspiranti genitori che potrebbero aver rinviato la nascita di figli a causa della pandemia.

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