14/05/2007, 00.00
INDIA
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Nell’Assam è in atto “una pulizia etnica” contro l’etnia Karbi

di Nirmala Carvalho
P. Mangattuthazhe: la grande povertà e i conflitti interrazziali favoriscono la frequente violenza, che esploderà di nuovo “se non la si previene”. Ieri scontri con morti e feriti tra i lavoratori delle piantagioni di tè e migliaia di etnici assamesi.

New Delhi (AsiaNews) – Dura battaglia con frecce e machete tra due gruppi etnici, ieri nella città di Doomdooma, nel distretto di Tinsukia (Assam), con 4 morti e numerosi feriti. Un sacerdote spiega che è una zona molto povera, dove la violenza esploderà ancora se non la si previene.

Per una settimana centinaia di dimostranti di etnia assamese hanno bloccato un’importante strada per protestare contro l’uccisione di un civile da parte dell’esercito indiano in un’operazione antiribelli. Il blocco ha impedito i rifornimenti alle piantagioni di tè della zona, rimaste senza cibo. Ieri un gruppo di lavoratori della piantagione, armati con archi e frecce, ha aggredito i dimostranti, che hanno risposto con pietre e machete. La polizia ha sparato in aria per disperdere i contendenti e ha ammesso di avere trovato almeno 3 morti e 6 feriti. Ora è stato imposto il coprifuoco. In 30 anni gli scontri etnici e tribali hanno causato migliaia di morti. La polizia ha anche sparato su altri dimostranti assamesi, causando almeno 4 feriti gravi.

Padre Tom Mangattuthazhe, collaboratore del vescovo dell’Assam, spiega ad AsiaNews che nella zona c’è una situazione difficile e incerta, anche perché “molta gente vive nella miseria.” “La situazione nel distretto di Karbi Anglong [dove il padre opera], diocesi di Diphu, è critica e può peggiorare e le violenze etniche possono esplodere in ogni momento. La sparizione di Soinetsing Diphusa e di sua moglie Kenedy Diphusa, scomparsi dalla zona di Kheroni dal 30 aprile, e le voci che si sono diffuse sono l’esempio della violenza diffusa. Sono contadini, hanno 7 figli, e nessuno sa dove siano ora. Non è la prima sparizione di gente comune. Tra le etnie karbi e dimassa c’è una lotta antica che due anni fa è esplosa in violenze nelle quali 150mila persone hanno perso ogni avere e 75mila sono finite in campi profughi. La violenza è iniziata con il rapimento di tre autisti e non si è ancora fermata. Ci sono indizi di imminenti nuove violenze, se non si farà nulla per prevenirle”. “Tra la gente si spargono anche frequenti voci di case bruciate. Per metterle a tacere, abbiamo svolto in ogni villaggio nelle zone più ‘a rischio’ una campagna per dire a tutti di mantenere la calma e non prestar fede alle voci. Abbiamo anche svolto in molti villaggi incontri per diffondere un messaggio di pace”. “Questa è la zona più misera e arretrata dell’Assam La gente manca di quanto necessario per vivere”. Anche se i karbi sono la maggiore etnia della zona, “ogni anno migliaia di loro scompaiono per fatti violenti o calamità naturali e in pochi anni diventeranno una minoranza. In altre parole, è in atto una vera pulizia etnica”.

Nell’Assam dal 1979 numerosi gruppi, quale il Fronte unito per la liberazione dell’Asom (Ufla), combattono per l’indipendenza. Le trattativa tra l’Ufla e il governo indiano si sono interrotte a settembre, dopo una tregua di 6 settimane. L’Ufla ha ripreso le sue violenze e ha ucciso oltre 70 migranti di lingua hindi nell’intero Assam.

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