16/06/2006, 00.00
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Nepal: primi accordi tra il governo e il capo dei maoisti

di Prakash Dubey

Le parti hanno concordato un calendario di incontri durante i quali discuteranno i criteri per l'elezione dell'Assemblea costituente. Saranno ammessi osservatori dell'Onu.

Kathmandu (AsiaNews) – Primi accordi tra il nuovo governo nepalese e la guerriglia maoista, a conclusione di un incontro tra Prachanda, capo dei ribelli e il primo ministro Girja Prasad Koirala. I due si sono visti nella residenza del premier per colloqui informali, ai quali era presente anche il vice di Prachanda, Baburam Bhattarai. Alle 11 ora locale è poi iniziato un incontro ufficiale cui hanno partecipato i più importanti esponenti dell'Alleanza dei 7 partiti al governo e dei maoisti.

Le parti hanno raggiunto degli accordi: hanno stabilito un calendario di incontri e colloqui e hanno deciso di permettere alle Nazioni unite di formare un gruppo di osservatori con il compito di monitorare la situazione nel Paese.

Dinanath Sharma, uno dei componenti della delegazione maoista, spiega che il calendario di colloqui è finalizzato a stabilire i parametri su cui nascerà il nuovo governo ad interim che dovrà decidere le regole per l'elezione dell'Assemblea costituente. L'Assemblea avrà poi il delicato compito di dare al Paese una costituzione capace di assicurare stabilità e democrazia.

"I cittadini del Nepal sperano in un futuro di pace dopo le violenze degli ultimi anni", dichiara Ram Ekbal Choudhary, analista politico e difensore dei diritti umani. "Non si può neanche pensare al fallimento dei colloqui – continua - e le due parti ne sono consapevoli. Sanno che è il momento di lavorare per la pace, sono ottimista riguardo al successo di questi incontri".

Solo due giorni fa, spiega Choudhary, alcuni hanno temuto che i fragili equilibri fra maoisti e governo saltassero. Il primo ministro Koirala si era infatti detto favorevole al regime monarchico. Krishna Bahadur Mahara, che dirige i colloqui di pace per i maoisti, si è limitato però a dichiarare che pur non condividendo questa impostazione la decisione finale spetta solo al popolo attraverso le risoluzioni dell'Assemblea costituente.

"Il primo ministro ha fatto bene a non dare troppo peso a questa questione", dichiara ad AsiaNews Ritu Pathak, una attivista sociale. "Si è solo limitato ad affermare – continua - che il suo partito è favorevole al regime monarchico. I maoisti hanno un'altra opinione, ma la contraddizione non è tale da minare il cammino verso la democrazia. Sui maoisti rimangono dei dubbi che derivano dalle loro violenze, ma in questo momento sembra stiano interpretando bene lo spirito della democrazia".

Sidhartha Karki, della chiesa pentecostale "Buona speranza", dichiara ad AsiaNews che nelle circa 3000 comunità cristiane del Paese si prega per il successo dei colloqui. "Koirala e Prachanda – dichiara - hanno fatto del Nepal un Paese laico. Il fallimento dei colloqui potrebbe significare la fine del cammino per la democrazia. In questo caso le forze settarie potrebbero riorganizzarsi e tornare al potere".

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