07/12/2013, 00.00
NEPAL
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Nepal, burocrati fuggono nei templi indù per sfuggire ai controlli anti-corruzione

di Christopher Sharma
Nei giorni scorsi decine fra politici, funzionari e burocrati hanno affollato i templi indù nel centro di Kathmandu. La mossa sarebbe un modo per sfuggire al giro di vite sulla corruzione lanciato dalla Commissione per l'indagine sugli abusi commessi dalle autorità (Ciaa). Ben 64 alti funzionari devono rispondere di abusi di potere e corruzione. Lokman Karki, presidente della Ciaa, precisa: "Nessuna divinità indù li salverà".

Kathmandu (AsiaNews) - Politici e funzionari corrotti tentano di mascherare con assidue visite e laute offerte ai templi indù le loro "malefatte", che hanno reso il Nepal uno dei Paesi fra i più corrotti al mondo.

Lo scorso 3 dicembre decine fra politici, ufficiali governativi e uomini d'affari si sono recati di primo mattino nei templi di Pashupatinath, Dakshinkali e Bhadrakali, per porgere i loro omaggi alle divinità indù. Janu Gubaju, assistente del sacerdote del tempio di Bhadrakali conferma che "il 4 mattina decine di politici di alto livello e burocrati hanno visitato il luogo sacro, offrendo cibo e preghiere alle divinità". Tuttavia l'uomo non conosce "i motivi che hanno spinto queste persone a visitare tutte insieme il tempio". La stessa scena si è svolta nei templi di Pashupatinath e Dakshinkali.

Secondo i media locali  la mossa sarebbe un tentativo di sfuggire ai controlli serrati organizzati in questi giorni della Commissione per l'indagine sugli abusi commessi dalle autorità (Commission for the Investigation of Abuse of Authority, Ciaa). Di recente la Commissione ha depositato una denuncia alla Corte speciale per la corruzione contro 64 alti funzionari governativi e imprenditori e lanciato un campagna di perquisizioni e indagini serrate per fermare i casi di corruzione. I 64 funzionari sono accusati di aver creato un sistema parallelo di compravendita di immigrati clandestini utilizzati come manodopera.

Parlando dell'indagine in corso e delle voci sul "fervore religioso" mostrato da alcuni sospettati, Lokman Karki, presidente della Ciaa, precisa: "Nessuna divinità indù li salverà. Stiamo indagando - aggiunge - e scrutando i casi tra i molti depositati presso la nostra sede e presto presenteremo un fascicolo contro di loro .Tra queste persone vi sono molti leader politici, burocrati e alti ufficiali delle agenzie di sicurezza".

Secondo il rapporto del "Corruption Perceptions Index 2013" (Cpi), diffuso dall'organizzazione Transparency International, il Nepal è al 116mo posto nella classifica di percezione della corruzione su 177 Paesi analizzati. I peggiori sono Somalia, Corea del Nord, Myanmar e Afghanistan. Il risultato è migliore rispetto al periodo 2010-2011 che era valso al Paese il 154mo posto. Bishnu Bahadur KC , presidente del Transparency International sottolinea che "vi è ancora un urgente bisogno di un intervento per ridurre la corruzione in Nepal".

 In questi anni di caos politico, in Nepal sono nate varie commissioni e organizzazioni per combattere la corruzione endemica, fra questi: CIAA, Tribunale speciale per la corruzione, il National Warning ( Satarkata ) Center e il Revenue Investigation Bureau. 

 

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