17/03/2014, 00.00
NEPAL
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Nepal, i giovani convertiti al cattolicesimo "sono il vero motore dell'evangelizzazione"

di Christopher Sharma
Dopo decenni di discriminazioni sociali e politiche,migliaia di persone si avvicinano alla Chiesa e ai cristiani, visti come persone felici che vivono una vita di impegno per la diffusione del Vangelo. Sacerdote della capitale: "Nonostante le minacce, la nostra vera sfida resta quella di raggiungere il maggior numero possibile di persone per condividere con loro la grazia divina".

Kathmandu (AsiaNews) - I giovani nepalesi convertiti al cattolicesimo sono "il vero, grande motore dell'evangelizzazione. Contribuiscono in maniera attiva nella società e vivono una vita felice e piena. Moltissimi di loro sono impegnati nel diffondere la Parola di Dio alla popolazione: sono felice e fiero di questi ragazzi". Bhim Rai, catechista della diocesi di Kathmandu, definisce così "l'ondata positiva" di interesse che il Paese esprime in questo periodo verso il cristianesimo.

Dipak Thapa, convertito da poco, conferma ad AsiaNews questo trend: "In passato, quando il Paese era una monarchia indù, i cattolici vivevano con la paura di essere emarginati. Ma oggi la nostra è una nazione secolare, e questo timore non c'è più. Per me la conversione ha rappresentato un privilegio, perché ora posso lavorare per diffondere il Vangelo e contribuire alla costruzione del Regno di Dio. Perché le famiglie cattoliche ora possono vivere in pace, forti della loro vocazione: ma ci sono migliaia di altre persone, soprattutto giovani, che soffrono per la mancanza di valori forti". La sfida, conclude, "è quella di trasmettere la grazia di Dio ai poveri, agli oppressi e ai bisognosi".

Reena Tamang frequenta il college e il catechismo: presto sarà battezzata. La sua conversione rappresenta una chiamata quotidiana: "Migliaia di donne e di ragazze vivono senza l'opportunità di conoscere Gesù. Io sono convinta che Dio abbia voluto anche me nel suo piano, e quindi mi sento felice di poter condividere la mia esperienza con le compagne di studi e con i vicini. Il Nepal ha un grande numero di persone che ancora credono alla superstizione, ma se riusciamo a espandere i loro orizzonti potremo fare grandi cose".

In Nepal vivono circa 150mila cristiani, di cui 8mila sono cattolici. Prima della caduta della monarchia (2006) l'induismo era religione di Stato e influenzava la vita di ogni cittadino. La proclamazione di uno Stato laico garantisce libertà religiosa, ma le minoranze - in particolare quella cristiana - subiscono ancora soprusi e minacce dalla comunità di maggioranza. La popolazione indù è spesso al centro di episodi di discriminazione, violenza contro le donne ed emarginazione dei più poveri. Non mancano inoltre le accuse - da parte di induisti e, talvolta, anche di buddisti - a cattolici e cristiani di convertire le persone con la forza o offrendo loro denaro.

Il p. Richard Rai, sacerdote incaricato della pastorale nella cattedrale di Kathmandu, conclude: "Io sono fiero di lavorare in Nepal. Abbiamo tante responsabilità, perché sono moltissime le persone pronte ad ascoltare gli insegnamenti di Cristo. I nepalesi sono accoglienti e cordiali, interessati a conoscere il Vangelo. Quindi, al di là delle minacce sociali, la nostra vera sfida è quella di raggiungere queste persone e condividere con loro l'importanza della grazia divina nelle vite di tutti noi". 

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