30/04/2014, 00.00
NEPAL
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Nepal, se volete la carta di identità "riconsiderate la vostra fede"

di Christopher Sharma
Il governo nepalese lo ha detto alle minoranze religiose presenti nel Paese. Un attivista per i diritti dei cristiani: "Il governo cerca di scoraggiare noi e coloro che desiderano convertirsi. Questo è contro la legge, contro la democrazia e contro i diritti civili".

Kathmandu (AsiaNews) - Il governo nepalese ha annunciato che verrà distribuita a tutti i cittadini la carta di identità nazionale, ma gli appartenenti alle minoranze religiose saranno costretti ad affrontare molti ostacoli per ottenere questo documento.

Il governo ha infatti richiamato i cristiani, i cristiani convertiti e i musulmani a "riconsiderare la loro fede" prima di fare richiesta per ottenere la carta. Inoltre, alle persone appartenenti alle diverse minoranze religiose gli è chiesto di riconfermare la loro fede, prima della registrazione per ottenere il documento di identità. Nel caso non venga espressa nessuna appartenenza religiosa, sul documento la religione indicata è quella indù.

CB Gahatraj, un attivista per i diritti dei cristiani, afferma: "Con la discriminazione nella fornitura della carta d'identità nazionale, il governo scoraggia noi e coloro che desiderano convertirsi. Questo è contro la legge, contro la democrazia e contro i diritti civili. Quindi, credo che il governo dovrebbe rivedere e correggere la sua posizione ".

Krishna Hari Baskota, segretario presso l'ufficio del primo ministro ha risposto: "Non si tratta di discriminazione, tutti potranno ottenere il documento. Ci vorranno alcuni giorni per confermare le loro carte, il tempo necessario che serve per registrare tutti i dettagli, inclusa la religione di appartenenza." Krishna ha poi ammesso: "Non possiamo distribuire tutti i documenti in una volta. Ci vuole tempo per registrare tutti i dati. Noi chiediamo ad ogni cristiano e agli appartenenti ad altre fedi di riconsiderare il proprio credo e di aderire all'induismo".

Migliaia di indù, negli ultimi anni, si sono convertiti al cristianesimo, ma nessuno di essi è stato forzato a farlo. Il vescovo cattolico mons. Anthony Sharma afferma: "Nessuno viene costretto ad abbracciare la fede cattolica, ma quando qualcuno viene benedetto dalla grazia di Dio non gli viene negato il nostro sostegno".

Il pastore cristiano Isu Karki sottolinea che nessuno dovrebbe giudicare e offendere la fede altrui, aggiungendo che il governo dovrebbe fornire a tutti i gruppi di minoranza la stessa carta d'identità nazionale con lo stesso processo. Tutti i cittadini sono uguali e non ci dovrebbero essere pregiudizi basati sulla fede di appartenenza.

Nurul Hassan, un esponente della comunità musulmana, dichiara: "Rispettiamo la maggioranza indù presente nel Paese, ma non possiamo tollerare alcuna discriminazione contro di noi e contro il nostro credo. E' un diritto dei cittadini poter scegliere liberamente a quale religione appartenere".

Tutti i gruppi religiosi di minoranza hanno espresso solidarietà nella lotta contro ogni discriminazione da parte del governo, chiedendo di correggere immediatamente la procedura.

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