30/06/2009, 00.00
NEPAL
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Nepal: escalation di rapimenti e violenze contro gli uomini di affari

di Kalpit Parajuli
Nell’ultima settimana oltre una dozzina di sequestri. Molti imprenditori indiani lasciano il Paese per paura. Il ministro degli Interni di Kathmandu: La situazione è critica e rischia di sfuggirci di mano. La polizia chiede leggi più severe e lamenta “protezioni politiche e di altro genere” verso i criminali. Nel Paese vige un clima di impunità.
Kathmandu (AsiaNews) - In Nepal aumentano i rapimenti e le violenze contro gli uomini di affari. Nell’ultima settimana i sequestri sono stati oltre una dozzina.
 
Kush Kumar Joshi, direttore della Camera di commercio del Nepal, afferma che “più dell’80% dei rapimenti nel Paese colpiscono i componenti delle famiglie di uomini d’affari” e invoca “immediate iniziative del governo per garantire piena sicurezza altrimenti saremo costretti a chiudere aziende e fabbriche”.
 
Nella sola città di Birgunj, al confine sud del Paese, più di 20 uomini d’affari indiani hanno deciso di tornare in patria per proseguire le loro attività. “Come possiamo curare le nostre imprese - afferma Surendra Malakar, uomo d’affari nepalese - se non abbiamo nemmeno la garanzia di tornare vivi dal lavoro. Ci sparano mentre andiamo in azienda o sulla strada verso casa. Siamo a rischio ovunque e non c’è nessuna certezza”.
 
Bharat Bahadur G.C, direttore aggiunto della polizia metropolitana di Kathmandu, spiega ad AsiaNews che l’aumento dei crimini è dovuto ad un certo lassismo nell’applicare la legge ed al clima di impunità che regna nel Paese. “Per controllare questo tipo di criminalità abbiamo bisogno di una legislazione specifica e più severa, e di sviluppare un servizio di intelligence che controlli i delinquenti una volta usciti di prigione”. Ma Bahadur lamenta che la polizia ha spesso le mani legate perché molti criminali vantano “protezioni politiche e di altro genere”.
 
Il governo cerca di correre ai ripari davanti all’escalation di delitti e crimini. Bhim Rawal, ministro degli Interni, riconosce “la situazione critica” in cui si trova il Paese e aggiunge: “Se non prenderemo per tempo provvedimenti la situazione ci sfuggirà di mano”.
 
Tra i casi più eclatanti di rapimento c’è quello della 17enne Khyati Shrestha, sequestrata il 5 giugno a Kathmandu. Nonostante i genitori avessero pagato il riscatto, 1 milione di rupie (oltre 9 mila euro), la ragazzina è stata violentata, uccisa e parti del suo corpo sono state trovate in diversi luoghi attorno alla capitale. Il fatto ha scatenato violente proteste tra la popolazione. Nonostante il 21 giugno la polizia abbia arrestato i due rapitori le critiche all’immobilismo del governo sulla sicurezza crescono di giorno in giorno insieme al ripetersi di violenze, rapimenti e assassini.
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