12/01/2006, 00.00
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No del Papa a Pacs e Ru486

Non c'è "esigenza sociale" di forme alternative di matrimonio e non vanno proposti farmaci che "nascondano in qualche modo la gravità dell'aborto".

Città del Vaticano (AsiaNews) – Non c'è , in realtà, "alcuna effettiva esigenza sociale" di "altre forme" di matrimonio e non vanno offerti "farmaci che nascondano in qualche modo la gravità dell'aborto". Con queste parole Benedetto XVI ha oggi ribadito il suo no ai Pacs o ad altre forme giuridiche di quasi-matrimonio ed alle interruzioni di gravidanza mascherata dalla pillola Ru 486.

Occasione del nuovo intervento del Papa, il tradizionale incontro di inizio anno con gli amministratori di Roma, della sua provincia e del Lazio, ringraziati, tra l'altro, per l'accoglienza che hanno saputo ai milioni di persone che hanno voluto partecipare alle cerimonie per la morte di Giovanni Paolo II e la scelta del suo successore.  L'umanità intera, ha rilevato Benedetto XVI, ha vissuto in quei giorni "una profonda esperienza spirituale, di fede e di preghiera, di fraternità e di riscoperta dei beni che rendono degna e ricca di significato la nostra vita. Una tale esperienza non deve rimanere priva di frutti anche nell'ambito della comunità civile, dei suoi compiti e delle sue molteplici responsabilità e relazioni. Penso in particolare a quel terreno assai sensibile, e decisivo per la formazione e la felicità delle persone come per il futuro della società, che è rappresentato dalla famiglia".

"Matrimonio e famiglia – ha aggiunto, ripetendo le parole dette a giugno in occasione del convegno della diocesi di Roma - non sono in realtà una costruzione sociologica casuale, frutto di particolari situazioni storiche ed economiche. Al contrario, la questione del giusto rapporto tra l'uomo e la donna affonda le sue radici dentro l'essenza più profonda dell'essere umano e può trovare la sua risposta soltanto a partire da qui". Il matrimonio come istituzione non è quindi "una indebita ingerenza della società o dell'autorità, l'imposizione di una forma dal di fuori, è invece esigenza intrinseca del patto dell'amore coniugale". E non è neppure un fatto di morale cattolica, "ma di verità elementari che riguardano la nostra comune umanità: rispettarle è essenziale per il bene della persona e della società. Esse interpellano quindi anche le vostre responsabilità di pubblici Amministratori e le vostre competenze normative, in una duplice direzione. Da una parte, sono quanto mai opportuni tutti quei provvedimenti che possono essere di sostegno alle giovani coppie nel formare una famiglia e alla famiglia stessa nella generazione ed educazione dei figli: al riguardo vengono subito alla mente problemi come quelli dei costi degli alloggi, degli asili-nido e delle scuole materne per i bambini più piccoli. Dall'altra parte, è un grave errore oscurare il valore e le funzioni della famiglia legittima fondata sul matrimonio, attribuendo ad altre forme di unione impropri riconoscimenti giuridici, dei quali non vi è, in realtà, alcuna effettiva esigenza sociale".

"Uguale attenzione ed impegno – ha poi sottolineato il Papa - richiede la tutela della vita umana nascente: occorre aver cura che non manchino di concreti aiuti le gestanti che si trovano in condizioni di difficoltà ed evitare di introdurre farmaci che nascondano in qualche modo la gravità dell'aborto, come scelta contro la vita".

"In una società che invecchia – ha concluso - diventano poi sempre più rilevanti l'assistenza agli anziani e tutte le complesse problematiche attinenti alla cura della salute dei cittadini. Desidero incoraggiarvi negli sforzi che state compiendo in questi ambiti e sottolineare che, in campo sanitario, i continui sviluppi scientifici e tecnologici, come anche l'impegno per il contenimento dei costi, vanno promossi tenendo ben fermo il superiore principio della centralità della persona del malato".

 

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