10/10/2007, 00.00
CINA
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Non basta il grano mondiale per creare biocarburante

L’impiego di cereali e olio di palma per creare carburante ha fatto salire di molto il prezzo di generi alimentari essenziali. Ora si vogliono usare piante non commestibili. Intanto Pechino progetta di sfruttare le energie rinnovabili, anche se hanno un costo immediato superiore al carbone.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Cina vuole raddoppiare entro il 2020 l’uso di energie rinnovabili come acqua, vento, sole e biomassa, e aumentare l’estrazione di biocarburante da cereali e oli vegetali. Ma gli alti costi rendono difficile questa via.

Dopo l’iniziale entusiasmo, il mondo si è accorto che non è oggi in grado di produrre grano sufficiente sia per sfamare la popolazione che per creare biocarburante. Il boom del biocarburante negli ultimi anni ha causato un forte aumento mondiale del costo dei prodotti agricoli, anzitutto dei cereali, con gravi ripercussioni sociali un po’ ovunque. David Jackson, esperto della Lmc International Ltd di Londra, stima che entro il 2015 occorrerebbero altri 100 milioni di ettari di coltivazioni (metà dell’estensione dell'Indonesia) per produrre biocarburante pari al 5% del consumo degli autoveicoli. Ma per ottenerli sarebbe necessario abbattere intere foreste.

La canna da zucchero produce più etanolo, ma richiede molta acqua in un mondo spesso assetato. L’uso di olio di palma per produrre carburante ne ha fatto crescere il prezzo di oltre i due terzi in pochi anni, portandolo a 735 dollari la tonnellata, quando il petrolio greggio costa circa 593 dollari la tonnellata. Sono stati così accantonati molti progettati impianti specie nell’Asia meridionale.

Ora si sta provando a usare piante da olio non commestibile, come la jatropha, le cui foglie, semi e frutti sono tossici. La ditta britannica D1 Oils plc ha piantato 175mila ettari di Jatropha in Africa e ampie coltivazioni sono iniziate in India e Cina.

Pechino segue anche la difficile via delle energie rinnovabili. “Per ora non consentono alcun profitto” - spiega Zhou Fengqi, capo del Programma per la crescita dell’energia rinnovabile in Cina – ma c’è “la volontà di essere leader per l’energia pulita, in futuro”. Proprio per questo simili progetti sono finanziati con l’intervento di ditte leader del settore energetico. Per trarre carburante dal gas metano intrappolato nelle miniere di carbone ed etanolo e biorcarburante dai vegetali, nei prossimi anni la China Power, grande produttrice di energia elettrica, investirà 4 miliardi di dollari e il gigante petrolifero PetroChina spenderà 10 miliardi di yuan.

Ma il carbone, seppure molto inquinante, rimane il carburante più economico e copre l’80% del fabbisogno energetico del Paese. La China Resources Power investirà tra i 3 e i 5 miliardi di yuan entro il 2010 per sfruttare l’energia eolica, ma prendere energia dal vento richiede circa un capitale  triplo di un impianto a carbone.

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