19/01/2006, 00.00
CINA
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"Non ci sono prove" che il Tamiflu sia efficace contro l'influenza aviaria

Lo dicono gruppi di scienziati dopo documentate ricerche. Nella Conferenza di Pechino il mondo impegna 1,9 miliardi di dollari per combattere il virus. Nuovi contagi e morti in Cina e in Turchia.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) - "Non ci sono prove credibili" che il Tamiflu sia efficace contro il virus H5N1. Intanto la Conferenza dei donatori si è conclusa con l'offerta di 1,9 miliardi di dollari americani per combattere il contagio.

Il Tamiflu non basta per combattere un'epidemia - dicono i ricercatori del Cochrane Vaccines Field di Roma e dell'università di Queensland in Australia, in un articolo pubblicato oggi sulla rivista medica The Lancet - ma occorrono misure di quarantena e di igiene personale.

Ancora più criticato l'uso di antivirali che contengono amantadine o rimantadine, che allo stesso modo non sono efficaci contro il virus e possono causare allucinazioni. L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) raccomanda ai governi di predisporre scorte di Tamiflu, ma l'utilità di questa costosa iniziativa è sempre più criticata.

"E' importante - commenta Malik Peiris, professore di microbiologia dell'Università di Hong Kong - che la popolazione non ceda al panico e non assuma medicine non prescritte". "I farmaci come Tamiflu e Relenza - aggiunge - accorciano la durata della malattia di circa 1 giorno e mezzo, per cui non c'è particolare differenza".

Terminata ieri la Conferenza di Pechino, con l'impegno dei 120 Paesi ed enti intervenuti a dare 1,9 miliardi di dollari Usa per combattere l'influenza aviaria. Gli Stati Uniti daranno 334 milioni, l'Unione europea circa 250 ed il Giappone 155. I fondi serviranno per migliorare i servizi sanitari per persone e animali, al fine di prevenire il contagio.

Questi aiuti sono essenziali per i Paesi poveri, che sono anche i più colpiti e non hanno fondi sufficienti ad affrontare l'emergenza. Circa 1 miliardo della somma totale è destinato soprattutto ai Paesi poveri del sud-est asiatico (dove il virus è endemico) ed a zone a rischio come l'Africa. Gli altri 900 milioni sono prestiti per permettere l'adozione di programmi di intervento a breve e lungo termine. Principali beneficiari sono i Paesi più colpiti: Cina, Indonesia, Vietnam, Cambogia, Laos e Turchia. La sola Indonesia ha chiesto 500 milioni per abbattere i polli a rischio e risarcire gli allevatori.

Anche il premier cinese Wen Jiabao ha invitato i Paesi ricchi ad "aprire il portafoglio" per sconfiggere il virus. La Cina darà 10 milioni, il più alto contributo di un Paese in via di sviluppo.

Oltre a questi aiuti, i partecipanti hanno approvato la "Dichiarazione di Pechino", concordando "ulteriori azioni coordinate per rinforzare la sorveglianza e la diagnosi, sviuppare le competenze per la sanità umana ed animale, aumentare l'attenzione pubblica e controllare le conseguenze sociali ed economiche".

David Nabarro, coordinatore Onu per la malattia, ha ricordato che è necessario avere subito i fondi, poiché i servizi di sanità animale non sono in grado di monitorare per tempo i contagi ed eliminare gli allevamenti infetti. I costi di un'opera di prevenzione sono solo "noccioline - ha detto Margaret Chan, esperta dell'Oms - in confronto alle potenziali perdite per una pandemia".

La Banca mondiale stima il costo mondiale per una pandemia in 800 miliardi di dollari e milioni di possibili morti. "I precedenti contagi - ha ricordato Paul Wolfowitz, presidente della Bm - hanno già causato oltre 10 miliardi di dollari di perdite economiche".

Cina. E' morta ieri una donna di 35 anni, allevatrice di polli nel villaggio di Zhoujia, città di Jianyang, nel Sichuan. Era malata dal 3 gennaio ma solo il 17 è andata in ospedale. Si ritiene sia la sesta vittima della malattia nel Paese.

Iraq. Si attendono le analisi per una ragazza di 14 anni morta il 17 gennaio nella città di Sulaimaniya. La ragazza si era ammalata 15 giorni fa a Raniya, in una zona frequentata da ucceli migratori provenienti dalla vicina Turchia.

Siria. Abbattuti e distrutti gli uccelli nelle città vicine al confine nord orientale con la Turchia.

Turchia. Confermato il 21° contagio, un bambino di 4 anni nel distretto di Dogubayazit nell'orientale provincia di Agri. Sono in corso le analisi per una ragazza di 11 anni, proveniente dalla provincia di Mus e morta a Erzurum. (PB)

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