23/09/2020, 12.41
CINA-VATICANO
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Non c’è ancora un ‘sì’ convinto della Cina per l’accordo con il Vaticano

di Wang Zhicheng

Alla conferenza stampa di routine il portavoce del ministero cinese degli Esteri elogia il passato dell’accordo, ma non dice nulla sul suo rinnovo. Piccata precisazione su Taiwan. Il primo interesse della Cina è che il Vaticano tagli i rapporti con Taiwan.

Pechino (AsiaNews) – Per la seconda volta un membro del ministero cinese degli Esteri ha elogiato l’accordo provvisorio fra Cina e Vaticano, ma non ha detto nulla sul suo rinnovo. È quanto è accaduto ieri alla conferenza stampa di routine del ministero degli Esteri a Pechino, tenuta dal portavoce Wang Wenbin.

A un certo punto, un giornalista di Kyodo News ha domandato: “La Cina e il Vaticano hanno prolungato l’accordo sulla nomina dei vescovi. Che significato ha questa relazione fra le due parti? Con il Vaticano che al presente ha ‘rapporti diplomatici’ con la ‘Repubblica di Cina’, che effetto avrà questa estensione sul possibile stabilirsi delle relazioni diplomatiche fra Cina e Vaticano?”.

La risposta di Wang Wenbing è stata molto generica e ricalcava frasi già usate altre volte per descrivere il rapporto fra Pechino e la Santa Sede.

“L’accordo provvisorio fra Cina e Vaticano sulla nomina dei vescovi – ha detto - ha funzionato senza problemi da quando è stato firmato due anni fa, grazie agli sforzi comuni, e il cattolicesimo in Cina ha testimoniato un deciso sviluppo. Le due parti manterranno una stretta comunicazione e consultazione per migliorare di continuo le relazioni bilaterali. C’è una buona comunicazione fra le due parti. La Cina mantiene un’attitudine sincera e positiva verso l’avanzamento delle relazioni con il Vaticano. Noi diamo il benvenuto agli scambi fra le due parti con un atteggiamento di apertura”.

Come si vede, nella risposta non c’è alcun segno di novità, come se il rinnovo dell’accordo non ci fosse.

Anche due settimane fa un altro portavoce, Zhao Lijian, è stato molto cauto nelle sue affermazioni, che non contengono alcun “sì” convinto.

Al paragone, fa impressione invece che da parte vaticana – mediante tante personalità anonime - ci sia un continuo “auspicio” che l’accordo venga continuato, che l’accordo sarà rinnovato “alla fine di settembre”. Più autorevole, il Segretario di Stato card. Pietro Parolin, lo scorso 14 settembre, ha dichiarato: “La nostra intenzione è che [l’accordo] sia prolungato, penso che si continui a adottarlo ad experimentum come si è fatto in questi due anni, in modo tale da verificare l’utilità”.

Il card. Parolin ha anche parlato di “ottobre” come il periodo in cui rinnovarlo, anche perché l’accordo firmato il 22 settembre 2018, è entrato in vigore un mese dopo.

Rimane il fatto che nelle dichiarazioni di parte cinese non c’è alcun “auspicio” al rinnovo dell’accordo. Oppure: come se anche con il prolungamento dell’accordo provvisorio, non ci fosse ciò che più interessa a Pechino.

Come è stato detto da diversi esperti, il primo interesse della Cina nel rapporto con il Vaticano è che esso tagli i rapporti con Taiwan. Il Vaticano è l’unico Paese in Europa che ospita un’ambasciata della Repubblica di Cina. Togliere questo appoggio creerebbe problemi a livello economico e diplomatico, dato che al presente l’isola è riconosciuta solo da altre 14 nazioni.

In effetti, le frasi più vivaci della risposta di Wang Wenbin al giornalista di Kyodo News sono state quelle su Taiwan: “Anzitutto – ha detto – vorrei sottolineare che la regione di Taiwan è una inalienabile parte del territorio cinese. Per favore si ricordi di usare in futuro il suo proprio nome: ‘regione di Taiwan, Cina’”.

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