02/01/2013, 00.00
NEPAL
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Non solo India: il Nepal impotente davanti all’aumento delle violenze contro le donne

di Kalpit Parajuli
I dati relativi al 2012 sono terribili: il 64 % delle donne nepalesi ha subito violenza domestica o collegata al genere sessuale. E il 71 % delle donne fra i 26 e i 35 anni di età è considerato a rischio di violenza. Per i sociologi la causa primaria è la povertà, mentre un’attivista dice: “Non festeggiamo Capodanno. Piangiamo le nostre vittime”.

Kathmandu (AsiaNews) - Mentre le nazioni asiatiche festeggiavano con grande calore il nuovo anno, le statistiche relative alla violenza sulle donne tratteggiano una situazione terribile non solo per l'India, ma anche per il Nepal. Secondo i dati presentati alla fine dell'anno, infatti, nel corso del solo dicembre 2012 si sono verificati più di 47 terribili crimini di tipo sessuale.

A questi dati vanno aggiunti quelli relativi all'intero anno. Secondo alcuni rapporti del governo, il 64 % delle donne nepalesi hanno subito violenze domestiche nel 2012. Di queste, il 16 % ha subito violenze sociali e il 7 % è stato violentato. Nel campo delle violenze sessuali, il 59 % dei casi è avvenuto in casa e addirittura l'8 % dei casi configura un incesto. Il 71 % delle donne fra i 26 e i 35 anni di età è considerato a rischio di violenza.

Scendendo nei particolari si incontrano situazioni estreme. Shiva Hasami, 16enne del distretto di Bardia, è stata bruciata viva il 12 dicembre; Bindu Thakur, 18enne di Bara, ha subito la stessa sorte il 26 del mese; Mankala Badi, di Dailekh, è stata data alle fiamme dal marito ma per fortuna è sopravvissuta, seppur con ferite gravissime.

Il Paese è stato sconvolto soprattutto dal caso di Sita Rai, una donna rientrata in patria dopo 2 anni di lavoro in Arabia Saudita. Appena atterrata a Kathmandu è stata rapita e stuprata da un funzionario di polizia in servizio all'aeroporto. Il primo ministro Baburam Bhattarai ha espresso la "profonda vergogna" del governo per queste violenze e ha annunciato inchieste approfondite.

Secondo i sociologi la povertà è la causa primaria dell'aumento delle violenze. Krishna Bhattachan spiega: "Se analizziamo i casi di morte o di roghi in famiglia vediamo che la causa primaria è la povertà. Nella zona di Terai, quando nasce una bambina, i genitori sono preoccupati: servono molti soldi per sposare una figlia femmina. E quelli che non se lo possono permettere scelgono la violenza e uccidono le proprie figlie".

Renu Baj Bandhari, attivista per i diritti delle donne, denuncia: "La violenza sessuale e di genere è in aumento in Nepal, e noi non ci sentiamo sicure. La nostra protesta continuerà fino a che i colpevoli di questi atti non saranno assicurati alla giustizia e non verrà garantita la sicurezza delle donne. Quest'anno non celebriamo il Capodanno, ma piangiamo tutte coloro che sono morte vittime di queste violenze".

 

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