North Sumatera, proteste contro una chiesa protestante
I luoghi di culto, soprattutto quelli non islamici, sono una delle questioni più controverse in Indonesia. Il contenzioso ha avuto inizio ad agosto scorso. Alla base dei reclami vi è la mancanza di regolari permessi per l’utilizzo dell’appartamento a fini religiosi.
Jakarta (AsiaNews) – Il Sinodo delle Chiese (Mph-Pgiw) d’Indonesia condanna l’ultimo “episodio d’intolleranza” contro una comunità cristiana protestante a Medan Labuan, nella provincia di North Sumatera. Tre giorni fa, le proteste della popolazione islamica locale (foto 1) hanno impedito ai fedeli della Chiesa Bethel d'Indonesia (Gbi) di Philadelphia, nel quartiere di Martubung, di accedere ad una casa di preghiera. Le autorità dichiarano che alla base dei reclami vi è la mancanza, per il luogo di culto, dei regolari permessi rilasciati dal governo in materia di edifici religiosi. I leader protestanti invocano la revisione della normativa e denunciano i ritardi nel rilascio della documentazione.
La costruzione dei luoghi di culto, soprattutto non islamici, è una delle questioni più controverse in tema di libertà religiosa in Indonesia, il Paese musulmano più popoloso al mondo. L’Mph-Pgiw ha pubblicato ieri una dichiarazione (foto 2) a firma del presidente, il rev. Darwis Manurung, e del segretario generale, il rev. Hotma Hutasoit. L’organizzazione si dichiara “molto preoccupata” e chiede alla polizia di “indagare sul caso, per scoprirne i motivi”. Quanto accaduto “dimostra che il diritto alla pratica religiosa viene facilmente ostacolato”. “Il fatto che – si legge nella nota – la casa di preghiera non abbia ancora ottenuto i documenti non dovrebbe essere un ostacolo al mantenimento dell'ordine sociale”.
L’Ufficio del ministero per gli affari religiosi a Medan esclude il movente settario. Al Ahyu, a capo dell’ente governativo locale, l’indomani delle proteste afferma: “Appartenente al pastore Jans Frasman Saragih, la casa è utilizzata per la preghiera anche se la destinazione d’uso è residenziale. La gente del posto non ha eretto barricate per impedire ai cristiani di pregare, ma ha manifestato perché essi non possiedono la documentazione prevista”.
Il contenzioso tra le due comunità ha avuto inizio ad agosto scorso, quando si sono svolte le prime proteste pubbliche. “Due mesi fa – racconta Al Ahyu – i residenti locali ha chiesto al rev. Saragih di porre fine alle funzioni ma questi si è rifiutato. A fine novembre, il nostro Ufficio ha ricevuto le prime denunce e recapitato al pastore una lettera, in cui chiedevamo di cessare le attività”. “Il 6 dicembre, tutte le parti si sono incontrate e accordate per consentire l’utilizzo della casa di preghiera fino al termine delle festività natalizie. Le proteste di domenica scorsa, 13 gennaio, sono avvenute perché il pastore non ha dato seguito all’impegno preso”, conclude il funzionario.
Il sovrintendente Tatan, portavoce della polizia di North Sumatera, dichiara che “i dimostranti erano 50” e “indispettiti dalla riluttanza del pastore”. Secondo la polizia, durante il fine settimana le funzioni disturbavano la quiete pubblica. Eko Kuntadhi, analista di social media, individua però “un nesso tra le proteste a Medan e le elezioni presidenziali di aprile prossimo”. Sul suo blog, l’esperto sostiene che le manifestazioni servono a suscitare il malcontento dei cristiani conservatori nei confronti del presidente Joko Widodo, in corsa per il suo secondo mandato contro formazioni islamiste. “I rivali di Widodo – scrive Kuntadhi – si aspettano che i cristiani facciano mancare il loro appoggio e accusino l’amministrazione di non saper proteggere le minoranze”.
