19/08/2010, 00.00
CINA
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Obbligato a dimettersi il sindaco di Shenzhen per bustarelle e una “vita corrotta”

Ha abusato della sua carica facendo profitti per altri e ottenendo favori in cambio. Il suo consigliere politico, Chen Shaoji, è stato arrestato nel 2009 e condannato a morte il mese scorso. L’esecuzione è sospesa. Le inutili prediche di Hu Jintao e Wen Jiabao sulla moralità nel Partito. Una bambina, “da grande” vuole fare “il funzionario corrotto”.
Shenzhen (AsiaNews/Agenzie) – Xu Zongheng, sindaco di Shenzhen (Guangdong) è stato formalmente licenziato e privato della tessera del Partito comunista. In tal modo egli potrà essere processato per corruzione.
 
La Commissione centrale per le inchieste sulla disciplina ha completato le procedure ieri e ha deciso la rimozione di Xu per “profonde violazioni della disciplina e della legge”.
 
La Commissione ha stabilito che Xu ha abusato della sua carica, facendo profitti per altri e accettando in cambio grandi somme di denaro. In più, egli ha condotto una “vita corrotta”. Tutti i suoi guadagni illegali saranno confiscati e il suo caso passerà alla magistratura perché venga processato.
 
Xu, 55 anni, è stato sindaco di Shenzhen, il centro industriale e tecnologico più importante della Cina, dal 2005. L’anno scorso era stato destituito anche dalla carica di rappresentante all’Assemblea nazionale del popolo.
 
La sua carriera si è interrotta dopo che nell’aprile 2009 il suo consigliere politico, Chen Shaoji, è stato arrestato per corruzione. Il mese scorso Chen è stato condannato a morte, ma l’esecuzione è sospesa.
 
La corruzione è il cancro della politica cinese: in una società in cui lo Stato controlla oltre il 70% dell’economia, la corruzione rampante arriva a sottrarre allo Stato fino al 3% del Prodotto interno lordo.
 
In passato il presidente Hu Jintao e il premier Wen Jiabao hanno messo in guardia i quadri comunisti, dicendo che la corruzione rischia di essere il terreno su cui si gioca la stessa sopravvivenza del Partito. Per frenare l’andazzo, alcuni esperti hanno proposto di introdurre una democrazia interna nel Partito, per prevenire la salita al potere dei membri corrotti. Ma la discussione si è arenata. Nel giugno scorso il Partito ha emesso nuove regole anti-corruzione, obbligandone i membri a dichiarare tutte le loro ricchezze e quelle intestate ai familiari.   
 
Un fatto citato da Asia Times (23 settembre 2009) racconta che una bambina di 6 anni a Guangzhou, rispondendo alla domanda “Cosa vuoi fare da grande?” ha detto: “Voglio diventare un funzionario corrotto. La mamma dice sempre che un funzionario corrotto può avere molte, molte cose a casa sua”.
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