19/09/2014, 00.00
HONG KONG - CINA
Invia ad un amico

Occupy Central adotta il "modello Taiwan" per le proteste di piazza

L'invito alla calma durante le manifestazioni. Il comportamento deve essere quello del "Movimento dei girasoli", che ha costretto Taipei a fare marcia indietro sugli accordi commerciali con Pechino. Cresce lo sdegno per il comportamento dei funzionari vicini alla Cina: "Sembrano le Guardie rosse di Mao Zedong".

Hong Kong (AsiaNews) - Le prossime manifestazioni di piazza organizzate da Occupy Central a favore della democrazia per la popolazione di Hong Kong seguiranno il modello di comportamento adottato dal "Movimento dei girasoli" di Taiwan. Niente colpi di testa, provocazioni violente o maschere che impediscano il riconoscimento: i leader del movimento, pacifico e non violento, vogliono che i propri aderenti possano dimostrare in tutta sicurezza e senza reazioni violente da parte della polizia.

Lo ha dichiarato al South China Morning Post Chan Kin-man, uno degli organizzatori di Occupy, che ha fatto esplicito riferimento alle manifestazioni avvenute circa sei mesi fa a Taipei. Grazie a queste proteste, il governo locale ha dovuto fare marcia indietro sugli accordi commerciali con Pechino e si sono evitati scontri troppo violenti e arresti sommari. Secondo Chan "sia noi che loro vogliamo la pace. Ma il movimento dei girasoli è stato creato ad hoc, mentre noi abbiamo già percorso un lungo cammino".

Per questo, ha aggiunto, "è necessario molto auto-controllo. I dimostranti devono evitare azioni irruente e non pianificate, controllando nel contempo i propri vicini". Questo sistema verrà presto messo alla prova: Occupy ha progettato per una data ancora sconosciuta un sit-in di protesta contro le posizioni della Cina continentale, che di fatto ha bloccato il cammino democratico nel Territorio imponendo un controllo preventivo sulle elezioni del Capo dell'Esecutivo del 2017.

Altro appuntamento "caldo" è lo sciopero degli alunni previsto per il prossimo 22 settembre. La Federazione degli studenti ha invitato tutti i liceali di Hong Kong a boicottare per una settimana le classi. La fazione vicina a Pechino ha reagito definendo gli scioperanti "simili ai mafiosi delle triadi" e ha minacciato "ritorsioni" contro le scuole che non puniranno gli aderenti.

In risposta, un editoriale di Albert Cheng - notissimo volto della televisione di Hong Kong e noto come "Tai Pan" - si scaglia contro la posizione "oscurantista e violenta" che i politici pro-Pechino stanno tenendo in questi giorni. Invece di cercare di calmare le acque, scrive, "figure riemerse dal passato, deputati dell'Assemblea nazionale del popolo e membri del Consiglio esecutivo come Elsie Leung e Rita Fan, hanno superato la linea e sono divenuti ben più che portavoci della Cina".

La loro tattica denigratoria e la proposta di individuare e rendere pubblici i nomi di coloro che parteciperanno allo sciopero degli studenti, aggiunge, "ricorda i fasti della Rivoluzione culturale, quando la popolazione veniva spinta a tradire persino i propri cari in nome degli interessi del Partito. Questi personaggi sono tutti oltre i 60 anni di età, e quindi hanno testimoniato la catastrofe di quella Rivoluzione. Oggi accusano gli attivisti giovani di essere come le Guardie rosse di Mao, ma sono loro che adottano le tattiche delle Guardie rosse per impedire il cambiamento". 

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Hong Kong, funzionario pro-Cina: Gli studenti in sciopero sono come i mafiosi delle triadi
09/09/2014
Occupy Central: Pronto "un ricco banchetto" per la democrazia di Hong Kong
12/09/2014
Assalto al Congresso: sbagliati i paragoni con Hong Kong, i ‘girasoli’ taiwanesi e Tiananmen
13/01/2021 12:38
Hong Kong, migliaia di studenti in piazza "per la democrazia e la libertà"
23/09/2014
Hong Kong, al via il grande sciopero degli studenti per la democrazia
22/09/2014


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”