05/11/2007, 00.00
SRI LANKA
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Oggi i funerali di Thamilselvan, la popolazione teme rappresaglie

di Melani Manel Perera
La società civile e la comunità cattolica condannano l’uccisione del leader politico dei ribelli da parte delle forze governative: non servirà a portare la pace, ma solo a generare altro odio. Il capo delle Tigri ribadisce una “rinnovata determinazione” nella lotta per l’indipendenza.
Colombo (AsiaNews) – La popolazione dello Sri Lanka teme rappresaglie delle Liberation Tigers of Tamil Eelam (LTTE), mentre oggi si celebrano i funerali del loro leader politico, S.P. Thamilselvan, ucciso in un raid aereo lo scorso 2 novembre. L’eliminazione da parte delle forze governative di quello che era il principale interlocutore dei separatisti agli ultimi colloqui con Colombo (ottobre 2006), è vista, inoltre, dalla comunità cattolica locale come un “colpo mortale al già moribondo processo di pace”.
 
La cerimonia funebre per Thamilselvan è prevista oggi a Vanni, zona nel nord dell’isola, controllata dai ribelli. Le LTTE, però, non hanno rivelato luogo e orario esatto delle esequie. Nel suo messaggio di condoglianze il leader militare delle Tigri, Velupillai Prabhakaran, ha definito il defunto una “colomba di pace”, pur ribadendo allo stesso tempo l’intenzione di continuare con “rinnovata determinazione” la lotta per l’indipendenza del nord e dell’est del Paese.
 
P. Reid Shelton Ferando, sacerdote cattolico e analista socio politico, commenta così la morte del leader tamil: “Come cristiani la perdita di una vita umana non è mai motivo di gioia, sia che questa sia di un soldato, che di un ribelle. Abbiamo il dovere di respingere la cultura di morte a favore della cultura della vita”. E rivolgendosi alle autorità solleva un dubbio: “Si può davvero considerare una vittoria l’eliminazione di Thamilselvan?”. Tra la gente comune, infatti, al di là dell’appartenenza etnica, è forte l’ansia e la delusione: in molti sono certi che in questo modo si affievoliscono le possibilità di tornare al tavolo dei negoziati di pace, mentre cresce la preoccupazione per la risposta dei ribelli all’operazione dell’esercito.
 
In un comunicato ufficiale il National Peace Council in Sri Lanka (NPC) si dice convinto che la morte di Thamilselvan porterà ad “un’escalation della guerra già in atto”. L’Ong ricorda, inoltre, che “anche in passato altre uccisioni mirate, che al momento sembravano significative, non hanno poi portato a nessun progresso nella pace, ma anzi hanno solo contribuito a generare più odio e rappresaglie”. “Rifiutiamo di credere che l’uccisione di un leader in un situazione di guerra etnica possa essere di per sé un metodo per risolvere un conflitto”, conclude il testo.
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