21/11/2005, 00.00
HONG KONG - CINA
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Ogni riforma elettorale a Hong Kong deve venire "approvata" da Pechino

E' quanto indica l'Ufficio affari costituzionali del governo centrale. Ribadito che non ci sarà suffraggio universale per il 2007-08. C'è timore che si voglia impedire la prevista evoluzione verso una democrazia piena.

Pechino (AsiaNews/Scmp) - Ogni cambiamento del sistema elettorale di Hong Kong deve essere "approvato" da Pechino. E' quanto indica un documentodell'Ufficio affari costituzionali del governo centrale, che esperti di Hong Kong vedono come uno strumento che mira a limitare la democrazia nella ex colonia britannica.

Il documento approvato venerdì 18 afferma dunque che il governo di Pechino deve essere consultato prima dell'elezione del capo dell'esecutivo e del consiglio legislativo di Hong Kong dopo il 2007-08, per decidere se sono necessari cambiamenti nel sistema elettorale, e quali. Ciò viene ritenuto "in accordo con il principio di uno sviluppo graduale e ordinato" verso il suffraggio universale, per assicurare che il sistema elettorale non segni 'passi indietro' in caso di mancanza di un accordo sulla riforma elettorale".

Questo sistema - prosegue l'Ufficio affari costituzionali - continuerà finché "sarà raggiunto l'obiettivo finale del suffraggio universale". Se non ci saranno riforme, le attuali regole resteranno in vigore sino al 2007-08 e in seguito occorrerà, prima di ogni elezione, "presentare un rapporto alle autorità centrali... per vedere se c'è necessità di un emendamento per i sistemi elettorali". In questo caso sarà il Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo a indicare "le regole da seguire, se non ci sia stato consenso" tra il parlamento, il capo esecutivo e il comitato.

Gli esperti considerano questo documento un ulteriore passo per svuotare la democrazia esistente a Hong Kong dopo che nel 1997 è tornata sotto al governo cinese. Da allora la popolazione del territorio chiede il suffraggio universale e la elezione diretta del Cap dell'esecutivo, mentre oggi è in vigore un sistema elettorale che consente a Pechino di avere la maggioranza nel Consiglio legislativo (Legco) e di decidere il Capo dell'esecutivo, benché i partiti filo governativi ottengano la minoranza dei voti popolari. Le scorse settimane l'autorità esecutiva ha proposto al Legco un pacchetto di riforme che vanno in senso opposto e prevedono la nomina di consiglieri distrettuali da parte del governo: saranno questi a nominare il capo dell'esecutivo ed i deputati del Consiglio Legislativo. Contro la proposta, in votazione a metà dicembre, il Movimento democratico ha indetto una marcia di protesta per il 4 dicembre.

Già lo scorso aprile il Comitato Permanente aveva decretato che non ci saranno le elezioni dirette del governatore e il suffragio universale per il 2007 e il 2008.

Stephen Lam Sui-lung, segretario per gli Affari costituzionali, ha precisato che nello "sfortunato" caso che non si raggiunga l'accordo sulla riforma del sistema elettorale in Hong Kong entro il 2012, questo "non potrà venire stravolto e continuerà a operare con il sistema elettorale del momento".

Lee Wing-tat, presidente del Partito democratico, non dà particolare importanza a questo documento. "Se è prevista una data per [l'entrata in vigore del] suffraggio universale, i cambiamenti per ogni elezione del capo esecutivo sono solo un passo di avvicinamento". (PB)

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