29/07/2022, 11.56
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Olimpiadi di scacchi in India: più geopolitica che sport

di Alessandra De Poli

Sono iniziate ieri a Chennai, la "Mecca" per gli appassionati dello sport. Assenti i primatisti di Russia, Cina e a sorpresa anche dal Pakistan, per la controversia sul Kashmir. Sono sempre di più i giovanissimi che vogliono imparare a giocare, al punto che mancano gli allenatori.

Milano (AsiaNews) - Sono iniziate ieri le Olimpiadi di scacchi a Mamallapuram, vicino a Chennai, nel Tamil Nadu, che tornano in Asia dopo 30 anni. La 44ma edizione dei giochi, che si concluderà il 10 agosto, avrebbe dovuto svolgersi in Russia, ma è stata spostata in India a causa della guerra. Oltre alla Federazione russa (esclusa per ordine del Comitato olimpico internazionale dalle competizioni sportive insieme alla Bielorussia), un altro grande assente sarà la Cina, che il mese scorso ha ritirato la propria squadra senza fornire spiegazioni. 

Mentre è di ieri la notizia che anche il Pakistan, per motivi geopolitici, ha deciso di rinunciare alla competizione: “Purtroppo l'India ha scelto di politicizzare questo prestigioso evento sportivo internazionale facendo passare la staffetta della torcia attraverso il Jammu e il Kashmir, occupato illegalmente dagli indiani”, ha dichiarato il ministro degli Esteri pakistano. Islamabad ha condannato “il meschino tentativo dell’India di mescolare lo sport e la politica” e ha impedito alla propria squadra, già pronte per l’evento, di volare in India.

Le competizioni geopolitiche però non si fermano qui: il 7 agosto, a margine del torneo, i rappresentanti dei circa 180 Paesi partecipanti dovranno votare il prossimo presidente della Federazione internazionale di scacchi (Fide). Arkady Dvorkovich, ex vice primo ministro della Russia, è alla ricerca di un secondo mandato. Suo principale avversario è il grande maestro ucraino Andrii Baryshpolets, che insieme ad altri due candidati sostiene che la Russia abbia controllato la federazione per troppo tempo. Ma Dvorkovich ha messo in campo un’abile mossa per tenere in scacco gli avversari: in caso di vittoria il suo vice sarà l’indiano cinque volte campione del mondo Viswanathan Anand, una figura rispettata e ammirata a livello internazionale e in patria. È merito suo se molti ragazzini indiani si sono avvicinati a questo sport.

Nel campo avversario l’ucraino Baryshpolets si è candidato in coppia con l’ex allenatore di Anand, Peter Heine Nielsen, che ora allena il campione del mondo norvegese Magnus Carlsen. "È fantastico che promuova il gioco”, ha affermato Nielsen commentando la scelta del suo ex allievo. “Triste, però, che si allei con il Cremlino". Il decennale controllo della Russia sulla Fide è infatti giudicato sempre più controverso, soprattutto dopo l’invasione dell’Ucraina.

La competizione è però anche un’occasione da sfruttare per la propaganda interna. Nei giorni scorsi i leader del Bharatiya Janata Party (Bjp), il partito ultranazionalista indù del primo ministro Narendra Modi, si sono lamentati per l’assenza delle fotografie del premier e della nuova presidente nei manifesti e nei volantini che pubblicizzano l’evento. L’Alta corte di Madras (Chennai) ieri ha ordinato allo Stato del Tamil Nadu di includerle: "L'immagine della nazione dovrebbe essere al centro dell'attenzione di tutti e tale rappresentanza, ovviamente, sarebbe sotto l'egida dell'onorevole presidente e del primo ministro dell'India, oltre che del primo ministro dello Stato che ospita il torneo", ha sentenziato il tribunale.

Dopo le numerose defezioni di Paesi molto competitivi (la Cina aveva vinto l’oro nel 2014 e nel 2018, mentre la Russia ha vinto le competizioni che si sono tenute online nel 2020 e nel 2021, arrivando prima a pari merito con l’India nell’anno della pandemia) aumentano le possibilità di ottenere una medaglia per le squadre indiane, che invece di essere due per categoria (una open, aperta a uomini e donne, e una per sole donne), saranno tre, perché il numero di partecipanti era dispari. 

Dagli anni ‘90 l’India ha visto crescere la popolarità degli scacchi tra giovani e giovanissimi. Nel 2007 i gran maestri erano solo 20, mentre oggi sono 73, di cui due donne. Il 16enne Rameshbabu Praggnanandhaa, meglio noto con il solo soprannome di Pragg, ha sconfitto Carlsen due volte quest’anno. Come molti suoi coetanei promettenti star di questo sport, aveva iniziato a giocare a otto anni ispirandosi al suo campione, quel Viswanathan Anand ora candidato alla vicepresidenza della Fide. Pragg aveva già suscitato scalpore quando era diventato maestro internazionale all’età di 10 anni, il più giovane al mondo a ottenere il riconoscimento. I titoli negli scacchi dipendono dal punteggio ottenuto dal giocatore nel corso della sua carriera, a sua volta calcolato sulla base delle probabilità statistiche di vincita in ogni match. 

Oggi in India ci sono circa 50mila giocatori registrati, ma secondo le stime della federazione indiana sono almeno un milione le persone che giocano in tutto il Paese. Le richieste sono così tante che mancano gli allenatori: Ramesh, l’allenatore di Pragg, ha abbandonato il suo lavoro in una compagnia petrolifera statale per aprire una scuola a Chennai che conta più di 1.000 studenti, un terzo dei quali riceve lezioni gratuite perché non potrebbe permettersele. È soprattutto il Tamil Nadu a crescere le nuove generazioni di grandi maestri: almeno 26 provengono da questo Stato meridionale indiano che ospita addirittura un tempio degli scacchi ed è considerata la terra di origine dello sport. Durante la cerimonia di inaugurazione il premier Modi ha ricordato che secondo diverse leggende popolari gli dei indiani giocavano a scacchi con le principesse e per secoli muovere le pedine sulla scacchiera è stato il passatempo preferito di re e regine locali.

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