02/02/2007, 00.00
INDIA
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Oltre 14mila contadini cacciati per costruire una fabbrica di automobili

Il governo comunista del Bengala occidentale ha applicato una legge coloniale del 1894. Molti agricoltori protestano e si scontrano con la polizia. La Tata Motors vuole costruirci l’auto più economica del mondo.

New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Oltre 14mila contadini sono stati cacciati dalle loro terre a Singur, poco fuori di Kolkata, capitale del Bengala occidentale, per costruirci una fabbrica. Molti protestano che non sanno dove andare e come vivere e si preparano a resistere al governo e alla forza della maggiore impresa indiana.

Sono stati recintati circa 1.000 acri di terreno coltivato – campi ben irrigati dove crescono riso, mostarda, patate - vicino alla principale strada dello Stato, e dalla settimana scorsa è iniziata la costruzione di una fabbrica che – dice la ditta leader Tata Motors - produrrà l’autovettura più economica del mondo dal costo di meno di 100mila rupie (2.200 dollari) e darà lavoro a 10mila persone.

Sabyasachi Sen, segretario all’Industria, spiega che il progetto è “molto importante” per lo sviluppo dell’economia. Ma il governo comunista ha “acquisito” il terreno applicando una legge coloniale del 1894, da tempo desueta, senza prima ottenere il consenso dei proprietari. Le proteste di piazza dei contadini sono sfociate in scontri violenti con la polizia ed è sorto un caso nazionale.

Mamata Banerjee, leader dell’opposizione, spiega che la protesta non è contro lo sviluppo industriale, ma vuole che “si debbano usare terreni non agricoli”.

Il governo risponde che nel Bengala occidentale ci sono pochi terreni non agricoli che hanno una posizione favorevole per un simile impianto e che la terra di Singur dà appena un raccolto l’anno. Haradhan Adak, 62 anni, guarda il campo di patate da cui è stato cacciato e risponde che “questo è il terzo raccolto della stagione, e ne faremo ancora due altri”.

Molti agricoltori hanno accettato l’indennizzo offerto per vendere la terra perché hanno avuto la promessa che saranno assunti dalla nuova fabbrica, come spiega Fatima Begum. Ma Anil Shantra dice che, perduto il campo, non saprebbe come vivere per tutta la vita con la famiglia, e il denaro offerto è poco. Funzionari del partito – denuncia Shantra - hanno intimato ai contadini di vendere e hanno stilato una lista di persone che hanno accettato, “ma qualcuno ha firmato al posto mio”. La gran parte dei contadini coltiva questa terra da generazioni.

Il Gruppo Tata, di cui fa parte la Tata Motors, è una della maggiori imprese indiane e nel 2005-06 ha dichiarato redditi per 967,229 miliardi di rupie (21,9 miliardi di dollari) pari a circa il 2,8% del Prodotto interno lordo nazionale. Il 31 gennaio la Tata Steel, che pure fa parte del gruppo, è diventata la 5° maggior ditta metallurgica mondiale grazie all’acquisizione per 12,2 miliardi di dollari dell’anglo-olandese Corus Group.

La Tata Motors ha promesso di dare 10mila posti di lavoro e ha fama di trattare bene i dipendenti. Ha già organizzato corsi di insegnamento per i nuovi operai. Ma molti agricoltori non sono compresi nell’offerta, altri non vogliono cambiare la loro vita e si preparano a resistere, anche se non sanno come. Protestano davanti al cantiere della fabbrica  e sperano di non essere dimenticati. (PB)

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