16/02/2011, 00.00
CINA
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Oltre il 10% del riso cinese è avvelenato per il cadmio

Una ricerca ufficiale ha trovato quantità molto nocive di metalli pesanti nei campioni esaminati, fino al 60% in alcune regioni. Terreni agricoli e acqua sono inquinati e il riso assorbe molto la sostanza. Presenti anche piombo e altri metalli. Nel Paese sono frequenti gravi scandali alimentari.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Oltre il 10% del riso venduto in Cina è avvelenato con cadmio e altri metalli pesanti, secondo una ricerca dell’Istituto risorse, ecosistema e ambiente dell’agricoltura dell’Università dell’agricoltura di Nanjing, riportata nella rivista New Century.

Lo studio nel 2007 ha esaminato oltre 100 diverse qualità di riso in 6 regioni agricole. Oltre il 10% dei campioni conteneva cadmio, un metallo pesante che in elevate concentrazioni può causare fragilità ossea, alta pressione del sangue e dolori.

I ricercatori, guidati dal professor Pan Genxing, hanno compiuto un nuovo esame nel 2008, concentrandosi sulle regioni meridionali di Jiangxi, Hunan e Guangdong, e hanno trovato cadmio in oltre il 60% dei campioni. In alcuni casi in quantità 5 volte superiore al massimo legale consentito.

La notizia non ha ricevuto smentite, anche se fonti ufficiali insistono che il risultato sia poco rappresentativo, nonostante la varietà di campioni esaminati.

Pan ha spiegato che l’inquinamento sarebbe concentrato soprattutto nel sud in quanto “là ci sono terre acide” per l’inquinamento. “Il cadmio – prosegue – viene dai rifiuti chimici locali… e il riso lo assorbe più di qualsiasi altra coltura”. Lo studio è originato dai gravi problemi di salute accusati in molti villaggi rurali vicini a zone industriali e a miniere. Pan dice che i contadini locali mangiano quanto coltivano, “così è molto probabile che il cadmio si accumuli nel loro corpi e danneggi la salute”.

Shang Oi, ricercatore del Centro cinese per il controllo sulle epidemie e la prevenzione, ha detto che questo riso al cadmio “è prevalente nelle regioni Guangxi Zhuang, Guizhou e Hunan, ma non in altre parti del Paese”.

Ma la Cina produce ogni anno circa 200 milioni di tonnellate di riso, ingrediente essenziale della sua cucina. Per cui, secondo lo studio, ci sarebbero 20 milioni di tonnellate di alimento tossico.

Il Quotidiano del Popolo, organo del Partito comunista cinese, ha anche ricordato uno studio del 2002 del ministero dell’Agricoltura che aveva mostrato che il 28,4% del riso esaminato era contaminato con il piombo e il 10,3% con il cadmio. Peraltro il riso conteneva, in misura minore, anche altri metalli pesanti, come rame, zinco e arsenico.

La Cina da anni è al centro di gravi scandali alimentari, causati dal grave inquinamento o da vere frodi. Nel settembre 2008 è esploso il caso del latte in polvere per neonati contenente melamina, sostanza usata per la plastica ma velenosa per l’uomo, usata per far sembrare l’alimento più nutriente. Questo latte ha causato almeno 6 morti e 300mila neonati malati gravi ai reni. Placatosi il clamore iniziale, il governo ha risarcito i danneggiati con cifre insignificanti e ha impedito in ogni modo azioni di risarcimento contro le ditte responsabili, arrivando a condannare al carcere per “disturbo” Zhao Lianhai, la cui figlia si è ammalata per questo latte, perché cercava di organizzare gli altri genitori per una difesa congiunta dei loro diritti.  

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