23/10/2010, 00.00
COREA - ONU
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Onu, in Corea del Nord è crisi umanitaria: colpiti 3,5 milioni di donne e bambini

La popolazione soffre di malnutrizione e di problemi economici cronici, Più colpiti i bambini, le donne e gli anziani. Fra l'agosto 2009 e l'agosto 2010 registrato un "peggioramento della crisi". Ministro sud-coreano: nel Nord vi sono 150-200mila prigionieri politici in sei campi di detenzione.
Seoul (AsiaNews/Agenzie) - La popolazione della Corea del Nord soffre di malnutrizione e di problemi economici cronici; i più colpiti sono i bambini, le donne incinte e gli anziani, che non hanno cibo a sufficienza per sopravvivere. È quanto emerge dall'ultimo rapporto delle Nazioni Unite, diffuso dal segretario generale Ban Ki-moon, e dedicato alla situazione dei diritti umani nel regime comunista nord-coreano. Intanto un funzionario di Seoul conferma che al Nord vi sarebbero circa "150-200mila prigionieri politici", rinchiusi in sei campi di lavoro sparsi per il Paese.
 
Il documento Onu sui diritti umani in Corea del Nord descrive un "peggioramento della crisi umanitaria nel Paese, nel periodo intercorso fra l'agosto 2009 e l'agosto 2010". Dalle informazioni che filtrano dal regime di Pyongyang emerge una "sofferenza del popolo coreano", soprattutto in materia di "insicurezza alimentare e di tassi elevati di malnutrizione". I casi di fabbisogno urgente di cibo persistono anche nel 2010, riguardano almeno 3,5 milioni di bambini e di donne (su una popolazione di 24 milioni di individui) e sono aggravati dal ripetersi di inondazioni e periodi di siccità.
 
Il sistema sanitario è sull'orlo del fallimento, in molte zone manca l'acqua potabile e l'educazione è in crisi. La Corea del Nord necessita di almeno 3,54 milioni di tonnellate di cereali per il consumo umano e 1,2 milioni per la semina e l'uso industriale. Sul piano politico vi sono "restrizioni estese nel campo dei diritti civili e politici", fra cui la "libertà di pensiero, coscienza, religione, opinione ed espressione".
 
Intanto Hyun In-taek, Ministro sud-coreano per l'unificazione, riferisce che fra i 150 e i 200 nord-coreani sono privati della libertà, perché considerati "prigionieri politici". Il funzionario di Seoul non rivela la fonte e aggiunge che la cifra è "quella di cui disponiamo al momento". I detenuti sono rinchiusi in sei campi di lavoro sparsi per la Corea del Nord; fra questi vi sono anche quanti hanno cercato di fuggire dal Paese, ma sono stati catturati.
 
Pyongyang afferma che non esistono prigionieri politici o violazioni dei diritti umani. Attivisti ed esperti di questioni nord-coreane ribattono che i prigionieri politici sono costretti ai lavori forzati per ore e ricevono cibo sufficiente solo per sopravvivere, senza usufruire di assistenza sanitaria.
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