18/02/2015, 00.00
SIRIA - ONU
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Onu e Damasco per un cessate il fuoco "umanitario" ad Aleppo

La Siria è d'accordo nel sospendere i bombardamenti aerei e trovare un quartiere per sperimentare gli aiuti umanitari alla popolazione. Il Consiglio di sicurezza è scettico e diviso. Finora la guerra in Siria ha fatto almeno 220mila morti.

New York (AsiaNews/Agenzie) - Il regime siriano ha aderito all'idea di sospendere i bombardamenti aerei su Aleppo per sei settimane, così da rispondere all'emergenza umanitaria della città. E' quanto ha affermato l'inviato Onu Staffan de Mistura in un incontro al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dopo aver incontrato nei giorni scorsi lo stesso presidente siriano Bashar Assad.

Secondo de Mistura, anche le truppe ribelli, che controllano alcune zone della città e non posseggono artiglieria aerea, potrebbero essere d'accordo. L'inviato Onu cercherebbe un quartiere di Aleppo dove si potrebbe varare un vero cessate il fuoco e rispondere alle esigenze della popolazione. "Il proposito - ha detto - è di risparmiare il maggior numero di vite civili, mentre cerchiamo di trovare una soluzione politica".

Dal luglio 2012 la città è divisa fra truppe siriane, che controllano la zona ovest, e i ribelli che controllano la zona est. Un tempo il cuore pulsante dell'economia del Paese, oggi Aleppo è un ammasso di distruzioni, anche se le centinaia di migliaia di abitanti che non sono fuggiti cercano di sopravvivere nella città divisa.

La "primavera araba" scoppiata in Siria nel 2011, con la richiesta di maggior democrazia, è scivolata sempre più in una guerra civile e in un conflitto regionale e internazionale, con i Paesi arabi (Arabia saudita, Qatar, Emirati) e gli Usa che sostengono i ribelli, e l'Iran e la Russia che sostengono Assad. A causa delle divisioni presenti nel Consiglio di sicurezza dell'Onu, è stato impossibile finora il dialogo e la ricerca di soluzioni.

Secondo stime dell'Onu, la guerra ha fatto finora almeno 220mila morti; più di 3 milioni di siriani sono rifugiati in Libano, Turchia, Giordania, Iraq; circa 6 milioni sono gli sfollati interni.

 

 

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