23/05/2018, 10.53
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Onu: gli Usa contro la richiesta di Pechino di escludere il Congresso mondiale uiguro dall’Ecosoc

La Cina accusa il presidente dell’ong Dolkun Isa di terrorismo e separatismo. Egli è in esilio dal 1997. Ambasciatrice Usa: non indulgere all’islamofobia cinese, non ci sono prove delle accuse di Pechino.

New York (AsiaNews/Rfa) – Gli Stati Uniti respingono la richiesta della Cina di revocare lo status consultivo al Congresso mondiale uiguro (Wuc), ong tedesca per la difesa dei diritti della minoranza etnica perseguitata in Cina. Il presidente del gruppo, Dolkun Isa, è un cinese naturalizzato tedesco di etnia Uigura, accusato da Pechino di aver “partecipato, incitato e finanziato separatismo e terrorismo per anni”.

Dolkun è un leader in esilio della comunità islamica residente nello Xinjiang, al confine coi Paesi dell’Asia centrale. Dopo aver partecipato ad alcune proteste pacifiche di studenti alla fine degli anni 80’, Dolkun è fuggito dalla Cina nel 1997. Dal 1999 è pesato su di lui un mandato di cattura internazionale dell’Interpol richiesto da Pechino, rimosso solo lo scorso febbraio. A causa del mandato, Dolkun è stato sottoposto a fermi e maltrattamenti in vari Paesi del mondo, fra cui Corea del Sud, India, Turchia, Stati Uniti e Italia.

In una lettera del 17 maggio, la missione permanente cinese all’Onu ha chiesto al Consiglio economico e sociale (Ecosoc) di togliere al Wuc lo status consultivo come parte dell’“Associazione per i popoli minacciati basata in Germania” (Stp).

L’ambasciatrice americana presso l’Ecosoc, Kelley Currie (v. foto 2), ha risposto con durezza alla richiesta cinese, dicendosi rammaricata che il comitato stesse “indulgendo all’islamofobia della delegazione cinese”. Secondo la rappresentante Usa, la Cina non ha mai mostrato alcuna “informazione disponibile che indichi che le loro accuse siano veritiere”. Currie ha intimato i rappresentanti di Pechino a ritirare la richiesta e aggiunto: “Ciò non riguarda l’Associazione per i popoli minacciate e i loro contributi alle Nazioni Unite, ciò riguarda il coraggio che [Stp] deve concedere a un individuo che è silenziato in Cina – e un intera comunità, francamente, che è azzittita in Cina – per parlare a nome della sua comunità”.

Il direttore del comitato, Jorge Dotta, ha dichiarato che l’Onu valuterà la posizione della Cina insieme a Stp e deciderà sul merito entro il 25 maggio.

Dal 2017 le autorità di Pechino stanno attuando una politica della “terra bruciata” nello Xinjiang, per bloccare possibili influenze radicali afghane o pakistane, applicando un serrato controllo sulle moschee, sui giovani, sulla vita religiosa delle comunità. Dall’aprile dello stesso anno, gli uiguri accusati di avere “forti opinioni religiose” e “politicamente scorrette”, vengono imprigionati o rinchiusi in campi di rieducazione e in cliniche psichiatriche, dove impazziscono. A gennaio, Maya Wang, attivista di Human Right Watch, ha riferito al The Guardian che almeno 800mila Uiguri sono stati detenuti nei campi dello Xuar. Per un gruppo di esuli dell’etnia, la cifra è di almeno un milione.

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