01/12/2003, 00.00
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Orfani dell'Aids, miseria e desiderio di vendetta

Pechino (AsiaNews) – I figli dei malati di Aids, spesso loro stessi sieropositivi, stanno diventando una piaga sociale di cui nessuno se ne cura. Fra le persone che più denunciano questa situazione vi è la dottoressa Gao Yaojie, una ginecologa in pensione. Dal 2000 sta lottando per la prevenzione e l'assistenza dei malati di Aids. La ragione che la spinge è l'aver incontrato sofferenze indicibili che puntualmente i media e il governo cercano di coprire e soffocare.

Secondo dati forniti dal Ministero della Sanità – tutti arrotondati per difetto - in Cina ci sono 840 mila  contagiati dall'Aids,  40mila malati in modo irreversibile. Da 1985, quando si è scoperto il primo caso, la crescita della malattia è avvenuta al ritmo del 30% all'anno (del 50% a Pechino). In occasione della Giornata Mondiale dell'Aids il vice Ministro della Sanità Zhu Quingsheng ha dichiarato: "abbiamo promesso davanti al mondo: offriremo aiuto e assistenza nella terapia; medicine gratuite agli infetti che hanno difficoltà economiche; sostegno economico ai pazienti e borse di studio per i figli dei malati".

In una intervista a un sito cinese, la dottoressa Gao Yaojie ha spiegato la situazione dei figli dei malati, soprattutto degli orfani. "Vi sono almeno 3 problemi per gli orfani dei malati di Aids. Il primo è la povertà. Non avendo nessuno che li curi, non hanno soldi, cibo o vestiti. D'inverno ho visto degli orfani andare in giro vestiti di stracci. A causa della povertà, le ragazze sono costrette a maritarsi con persone che li usano, per esempio gente vecchia e corrotta. Il secondo problema è l'educazione. La gente in Cina i difende dall'Aids emarginando i sieropositivi. Così questi bambini non possono andare a scuola, né proseguire gli studi. Il terzo problema è l'instabilità psicologica e la reattività. Ho incontrato uno di loro che tutti i giorni va alla tomba dei suoi genitori e poi passa la giornata in strada, litigando e picchiando gli altri". Per molti vi è anche il desiderio di vendetta, soprattutto nell'Henan. Qui, negli anni '90 il governo è divenuto responsabile dell'infezione di centinaia di migliaia – alcuni dicono un milione – di persone. Alcuni dispensari governativi nelle campagne compravano sangue dai contadini, estraevano il plasma per venderlo e   iniettavano il sangue impoverito. L'uso di strumenti non idonei e le carenze sanitarie hanno portato all'epidemia. "Tutti gli orfani dell'Henan – dice la dottoressa Gao – hanno giurato vendetta e vogliono uccidere le persone che hanno preso il sangue dai loro genitori, procurando loro la morte".

In tutti questi anni il governo ha cercato di coprire le sue responsabilità per la diffusione dell'Aids nell'Henan. Nei mesi scorsi molti contadini che manifestavano per ricevere giustizia e cure, sono stati picchiati dalla polizia, altri arrestati e le loro case violate.

Secondo dati dell'ONU, a causa della morte per Aids dei genitori, in Cina vi sono almeno 7500 orfani sotto i 15 anni. (BX)

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